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Immigrazione in Australia: scafisti pagati dal governo per tornare indietro?

Canberra avrebbe pagato trafficanti indonesiani pur di non arrivare a destinazione un’imbarcazione con a bordo 65 rifugiati del Sud-est asiatico. Il premier Tony Abbott non smentisce. “Siamo pronti a ricorrere a metodi alternativi”.
A cura di Biagio Chiariello
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Bufera sul governo australiano, dopo che da un'inchiesta svolta dall’Indonesia è venuto fuori che funzionari di Canberra avrebbero pagato gli scafisti in arrivo verso le coste australiane con barconi di migranti con l’obiettivo di farli tornare indietro. L'indiscrezione è stata riportata dal sito della Bbc, e la congettura è confermata dal fatto che lo stesso premier australiano, Tony Abbott, non ha smentito la notizia, limitandosi ad assicurare che farà "di tutto" per bloccare il traffico di esseri umani verso il suo Paese. "Siamo pronti a ricorrere a metodi alternativi", ha dichiarato il capo di governo aussie. Quanto al presunto pagamento, Abbott ha sottolineato che non intende rivelare niente  della politica australiana alle frontiere "per non fornire informazioni agli scafisti".

30mila dollari per far tornare indietro gli scafisti

Era stato James Lynch, portavoce per l'agenzia per i rifugiati dell’Onu, a contribuire a far circolare la notizia nei giorni scorsi: "La barca è stata salvata dalla marina indonesiana il 31 maggio, abbiamo intervistato i 65 passeggeri a bordo e hanno detto che l'equipaggio ha ricevuto un pagamento", ha dichiarato Lynch. Il ministero degli Esteri di Giacarta si è detto "molto impensierito" per il presunto "incentivo".
Gli immigrati, provenienti da diversi Paesi asiatici (Thailandia, Myanmar, la stessa Indonesia), dopo essere stati intercettati in avvicinamento all'Australia, avrebbero atteso quattro giorni prima di essere rispediti in Indonesia.  Secondo quanto afferma la Bbc, uno scafista aveva riferito alle autorità indonesiane di aver ricevuto 30.000 dollari australiani (26.500 euro) da funzionari di Canberra per tornare indietro con una imbarcazione carico di 25 richiedenti asilo.

La politica contro l'immigrazione in Australia

Per evitare l'arrivo dei profughi, l'Australia ha lanciato con le sue forze armate l'operazione "Frontiere sovrane" con cui individua già in alto mare i barconi di migranti e li riaccompagna verso il loro punto di partenza, spesso l'Indonesia. Una politica che secondo Canberra ha funzionato, visto che dal dicembre 2013 un solo barcone è riuscito ad arrivare sulle coste australiane. Tuttavia le imbarcazioni continuano a partire e centinaia di migranti sono morti in mare cercando di raggiungere l'Australia.

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