video suggerito
video suggerito
Opinioni

Immigrazione e terrorismo: l’Europa cerca un’intesa impossibile

Dopo le comunicazioni rese ieri in Parlamento, Renzi vola a Bruxelles per un Consiglio Europeo che si annuncia infuocato: al centro del contendere, ancora una volta, la questione immigrazione.
74 CONDIVISIONI
Immagine

Oggi e domani il Consiglio Europeo si riunirà a Bruxelles per un incontro che si annuncia estremamente delicato. Dopo gli ultimi vertici “interlocutori”, infatti, si cercherà un’intesa definitiva, non solo sulla controversa questione dell’accoglienza ai profughi, ma anche sull’estensione dei provvedimenti antiterrorismo e sulla politica estera comune per quanto attiene ai “casi” Russia e Siria. Come ricorda la scheda di presentazione della Camera dei deputati, poi, “per quanto riguarda gli altri punti, il Consiglio europeo dovrebbe discutere sul seguito da dare alla relazione dei cinque Presidenti sul tema "Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa"; sulle prospettive del mercato unico europeo, con particolare riferimento al mercato digitale; sull'Unione per l'energia e le politiche relative al cambiamento climatico, con particolare riguardo agli esiti della Conferenza Cop21; un primo dibattito sulle proposte del Regno Unito per la riforma dell'UE, collegate al futuro referendum sulla permanenza o uscita del Regno Unito dalla medesima Unione europea”.

Non c’è dubbio, però, che la questione migrazione è quella intorno alla quale la battaglia si annuncia più aspra. Soprattutto dopo l’apertura delle procedure di infrazione nei confronti di Italia e Grecia per il ritardo nell’apertura degli hotspot e conseguentemente per i ritardi nell’identificazione dei migranti e per le incongruenze fra numero di arrivi e persone effettivamente registrate nei centri di accoglienza. Stando a un report pubblicato dalla Commissione (di cui vi abbiamo parlato diffusamente qui), al momento in Italia è pianamente operativo solo l’hotspot di Lampedusa, mentre gli altri 5, Pozzallo (Ragusa), Porto Empedocle (Agrigento), Trapani, Augusta (Siracusa) e Taranto sono ancora in fase di “attivazione” (il progetto prevedeva il pieno regime entro la metà di novembre).

D’altro canto procede con estrema lentezza anche il percorso di “ricollocamento” dei migranti, dall’Italia alle altre nazioni europee. Il punto è che, mentre l’Europa dà la colpa al nostro Paese (in sostanza si sostiene che sia il ritardo nell’identificazione dei profughi a bloccare le procedure di trasferimento dall’Italia), il nostro Governo ricorda come l’Europa finora non è stata in grado di tenere fede agli impegni presi e finora solo 200 migranti hanno lasciato le strutture italiane per essere trasferite.

Perché questi ritardi? Una risposta prova a darla Zatterin su La Stampa, citando fonti governative:

Un fallimento, sinora. Sono stati trasferiti in meno di duecento. Cos’è successo? «Nessuno li chiede», assicura una fonte governativa, per la quale gli altri stati «vogliono coppie con figli, mentre i ventenni single non sono richiesti». E ancora: «Non abbiamo i siriani e gli eritrei sono pochi, più che altri contiamo illegali da rimpatriare».

È un modo per dire che le situazione è sbilanciata ed è un’ammissione di colpa. Al 14 dicembre risultavano entrati in Italia 38.550 eritrei e 7.200 siriani. Posto che possono essere ricollocati gli arrivati dopo il 24 marzo, è normale chiedersi dove siano finiti. Bruxelles si attendeva che fossero trattenuti perché «rilocation e rimpatri senza i centri di detenzione non funzionano».

Resta però anche un’altra questione, se possibile ancora più delicata. Come vi abbiamo spiegato, infatti, “la nuova procedura degli hotspot prevede identificazioni e registrazioni veloci, a costo di usare la forza, così come ha chiesto l'Unione europea nel suo sollecito […] chi rifiuta l'identificazione finisce nei Cie, una realtà di cui l'Italia non potrebbe andare particolarmente fiera”, i cui meccanismi potrebbero ulteriormente irrigidirsi e riaprire la questione, essenziale, del rispetto dei diritti umani nell’accoglienza ai migranti.

74 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views