Immigrazione: continua la linea dura della Francia. Da Lampedusa i primi rimpatri tunisini
Se la Francia ha deciso di respingere i tunisini alla frontiera, "allora esca da Schengen, o sospenda il trattato". E' questa la presa di posizione di Roberto Maroni sullo spinoso problema immigrazione venutosi a creare con Parigi. Secondo il Ministro degli Interni il permesso temporaneo accordato dall'Italia ai 20.000 sbarcati sulla penisola nel 2011 deve essere valido per tutta l'area europea, perché l'emergenza immigrazione delle ultime settimane non può essere solo dell'Italia, ma di tutti. "Mettere le truppe, come a Risiko, alla frontiera tra noi e la Francia è la cosa più sbagliata", ha sottolineato il titolare del Viminale, intervenuto ieri sera nella trasmissione tv Porta a Porta, alla vigilia dell'incontro a Milano con il ministro dell'Interno francese, Claude Gueant, per trovare una soluzione alla questione dell'immigrazione clandestina dei tunisini.
Incontro che si preannuncia tutt'altro che amichevole alla luce della circolare inviata da Gueant a tutte le prefetture e alle autorità di polizia transalpine, nella quale di fatto viene esplicitato di respingere gli immigrati clandestini provenienti dall'Italia, ricordando "le regole che disciplinano la libera circolazione nello spazio Schengen di persone provenienti da Paesi terzi muniti di un documento di soggiorno provvisorio rilasciato da un Paese Schengen".
Nello specifico la Francia chiede che vengano rispettate cinque condizioni: un titolo di viaggio valido, un documento di soggiorno, la dimostrazione di mezzi di sostentamento sufficienti (62 euro al giorno a persona, 31 euro se si dispone di un alloggio), di non rappresentare minaccia all'ordine pubblico e di non essere entrati in Francia negli ultimi tre mesi. Maroni ieri aveva definito "ostile" l'atteggiamento della Francia. Resta da capire cosa pensa di tutto ciò la Commissione europea, che finora non si è pronunciata sulla controversia tra Italia e Francia.
Nel frattempo a Lampedusa nella notte è decollato il primo aereo con circa trenta migranti diretti a Tunisi: è il primo rimpatrio dopo la firma dell'accordo italo-tunisino avvenuta martedì scorso. Tuttavia dopo aver appreso la notizia, una settantina di connazionali dei rimpatriati hanno a lungo protestato nel centro di accoglienza, prima che intervenisse la polizia.
Sul fronte delle ricerche dei dispersi dopo il rovesciamento del barcone nel Canale di Sicilia, non si hanno aggiornamenti, purtroppo. Sarebbero circa 250 le persone che mancano ancora all'appello. Le operazioni, che sono andate avanti per tutta la giornata di giovedì, continueranno anche oggi.