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Il virus di Marburg spaventa il Ghana, due morti non correlati tra loro: si teme primo focolaio

Il virus di Marburg è un agente patogeno molto simile a quello dell’Ebola e dunque estremamente aggressivo e responsabile di malattia dalle conseguenze drammatiche e con un alto tasso di fatalità.
A cura di Antonio Palma
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Il Ghana si prepara a un possibile primo focolaio del virus di Marburg, un agente patogeno molto simile a quello dell’Ebola e dunque estremamente aggressivo e responsabile di malattia dalle conseguenze drammatiche e con un alto tasso di fatalità.

Come ha annunciato l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, due persone che mostravano i sintomi tipici della malattia sono morte in due distinti momenti e sono poi risultate positive al virus di Marburg. I test condotti in Ghana devono essere confermati da un laboratorio in Senegal affinché i casi possano essere considerati accertati ma gli esperti hanno pochi dubbi.

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Due casi di virus di Marburg in Ghana, allerta dell'Oms

I risultati preliminari hanno già spinto il Ghana a prepararsi per un potenziale focolaio della malattia che, se confermato, sarebbe il primo di questo tipo registrato nel paese e il secondo in Africa occidentale.

La regione coinvolta è quella di Ashanti dove entrambe le vittime della presunta febbre emorragica di Marburg risiedevano anche se in due cittadine diverse. A preoccupare proprio il fatto che i due casi non sono apparentemente collegati tra loro sintomo di una possibile diffusione del virus

Come ha spiegato il rappresentante locale dell'OMS, il dottor Francis Kasolo, "i due pazienti della regione meridionale di Ashanti ma non sono correlati tra loro ma avevano entrambi sintomi analoghi come diarrea, febbre, nausea, vomito e sanguinamento".

L'OMS sta schierando propri esperti per supportare le autorità sanitarie del Ghana." Le autorità sanitarie sono sul campo per indagare sulla situazione e prepararsi per una possibile risposta all'epidemia", ha affermato il dottor Francis Kasolo, aggiungendo: “Stiamo lavorando a stretto contatto con il Paese per aumentare il rilevamento, tenere traccia dei contatti ed essere pronti a controllare la diffusione del virus”.

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In Ghana scatta la quarantena

La direzione sanitaria regionale ha assicurato di aver già messo in quarantena i contatti stretti delle due vittime, si tratta in totale di 34 persone ma per ora nessuna di loro avrebbe mostrato sintomi.

Se confermati in Ghana, sarebbe la seconda volta che il virus di Marburg viene rilevato in Africa occidentale. Il precedente in Guinea nel settembre dello scorso anno quando fu rilevato un solo caso. Precedenti focolai e casi sporadici di Marburg sono stati segnalati in Angola, Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Sud Africa e Uganda.

Cosa è il virus di Marburg

Il virus di Marburg si cima così perché fu descritto la prima volta nel 1967 in Germania, in occasione di una epidemia a Francoforte e a Belgrado, nella ex Yugoslavia. L’origine fu riscontrata, in quel caso, nell’importazione di scimmie dall’Uganda, che contagiarono ricercatori in alcuni laboratori. Il virus riapparve poi nel 1975 in Sudafrica, nel 1980 e nel 1987 in Kenya, con pochissimi casi subito isolati. Epidemie più violente si sono registrate invece tra il 1998 e il 2000 nella Repubblica democratica del Congo e nel 2004 in Angola, con più di un centinaio di morti.

Come spiega l'Iss, "La malattia si manifesta in modo improvviso e rapido con forte mal di testa, dolori muscolari e un acuto stato di malessere. Il primo giorno compare una febbre alta e il malato va incontro a una rapida debilitazione. Verso il terzo giorno compaiono dolori addominali e crampi, diarrea acquosa che può durare anche per una settimana, nausea e vomito. In molti casi, tra il quinto e il settimo giorno, il malato ha delle emorragie da diverse parti del corpo, che spesso portano a morte. Il virus attacca anche gli organi interni e il sistema nervoso. Nei casi fatali, la morte sopraggiunge nell’arco di 8-9 giorni".

Il contagio avviene per trasmissione diretta del virus da persona a persona, per contatto con i fluidi corporali, il sangue, l’urina, il vomito ma anche le secrezioni respiratorie. Non sembra invece essere molto efficace la trasmissione via aerosol.

I tassi di mortalità dei casi sono variati dal 24% all'88% nei focolai passati a seconda del ceppo del virus e della gestione dei casi. Contro il virus di Marburg non esiste un vaccino, né alcun trattamento efficace contro la malattia

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