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“Il tentato attacco contro il Cremlino è segno della vulnerabilità della Russia, chiunque sia stato”

L’intervista di Fanpage.it a Carolina De Stefano, professoressa di Storia e Politica della Russia presso l’Università LUISS di Roma: “Chiunque ci sia dietro il tentativo di attentato con i droni contro il Cremlino e Putin, la Russia ne esce male. Aspettare qualche giorno per capire cosa succederà”.
Intervista a Carolina De Stefano
professoressa di Storia e Politica della Russia presso l'Università LUISS di Roma.
A cura di Ida Artiaco
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"Chiunque ci sia dietro il tentativo di attentato con i droni contro il Cremlino, si tratta di un segno di vulnerabilità della Russia. Finora non c'è stata alcuna reazione, ma solo dichiarazioni: aspetterei qualche giorno per capire cosa succede".

Così Carolina De Stefano, professoressa di Storia e Politica della Russia presso l'Università LUISS di Roma, ha commentato a Fanpage.it il tentato attacco verificatosi ieri sera a Mosca, quando due droni sono stati abbattuti dai sistemi di difesa sul Cremlino. Mosca ha accusato l'Ucraina di esserne responsabile, su mandato degli Stati Uniti, per uccidere il presidente Putin, mentre Kiev ha negato il proprio coinvolgimento, con il consigliere del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, che ha parlato di "messinscena assoluta".

Professoressa De Stefano, quale è l'elemento più importante che emerge da quanto successo ieri a Mosca?

"Chiunque sia stato, la Russia ne esce male, è un segno di vulnerabilità in qualunque caso. Anche le immagini che abbiamo visto simbolicamente lanciano l'idea che l'insicurezza arrivi fino a Mosca, che la guerra non sia solo in Ucraina.

Anche se, come alcuni hanno detto, sarebbero stati addirittura i russi a lanciare da soli i droni per poter alimentare la retorica e la narrativa dell'assedio, esclusivamente rivolta all'interno, vuol dire veramente che non hanno più carte da giocare, rimane poco oltre a questo. Non è da escludere neppure lo scenario di azioni di opposizione interna ma al di là di questo, che è pura speculazione, l'altra cosa certa è che siamo in un contesto di guerra, per cui ogni giorno ci ricordiamo che incidenti di questo tipo possono far determinare ulteriore escalation. È il segno che porta ad una consapevolezza generale sul fatto che c'è un ampio margine per incidenti di ogni tipologia e ogni volta c'è il timore che ci sia rappresaglia da parte di Mosca".

Mosca ha detto che risponderà a questi attacchi…

"Al momento però non c'è stata una reazione del Cremlino, abbiamo letto una serie di dichiarazioni ma nessuna risposta concreta, anche se aspetterei qualche giorno per capire cosa potrebbe succedere".

Oggi il portavoce del Cremlino Peskov ha detto che i mandanti del tentato attacco sono stati gli Stati Uniti. C'è il rischio di un ulteriore allargamento del conflitto?

"È una dichiarazione molto in linea con quello che il Cremlino dice ormai da mesi e cioè che la guerra in Ucraina è una guerra per procura degli Stati Uniti. Ma l'obiettivo primario secondo me è sempre quello di delegittimare Kiev, continuando a non riconoscere la legittimità del governo e di rimando l'esistenza stessa del Paese. Li vogliono presentare come dei burattini. In ogni caso non vogliono riconoscere "il merito" e la capacità ucraina di fare certe operazioni autonomamente. Non lo vedo come un tentativo di allargare il conflitto, perché è già allargato. La retorica è sempre la stessa".

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