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Il talento dei ratti anti-mina: “Le scovano con l’oflatto, finora non ne è morto neanche uno”

Il ratto gigante del Gambia, diffuso in gran parte dell’Africa, è considerato un vero eroe: grazie al suo eccezionale olfatto riesce ad individuare le mine antiuomo disseminate in oltre 60 Paesi al mondo. Sono così bravi che finora nessuno di loro è mai morto durante le operazioni di sminamento. Un lavoro prezioso che permette di salvare ogni anno la vita a migliaia di persone.
A cura di Mirko Bellis
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Un ratto gigante del Gambia alla ricerca di mine antiuomo (Apopo)
Un ratto gigante del Gambia alla ricerca di mine antiuomo (Apopo)

I ratti giganti del Gambia (Cricetomys gambianus), diffusi in gran parte dell'Africa, sono tra i roditori più grandi al mondo e, per migliaia di persone, degli autentici eroi. Grazie al loro fiuto eccezionale per individuare i residui bellici inesplosi (Erw), queste bestiole salvano ogni anno 5.000 vite umane. Da quando hanno iniziato la loro missione oltre vent'anni fa, gli sminatori a quattro zampe hanno permesso di distruggere quasi 20.000 mine antiuomo. Ordigni disseminati in oltre 60 Paesi che, solo nel 2016, hanno causato più di 8.600 vittime, quasi la metà bambini. Una tragica eredità della guerra che, anche quando finisce, lascia dietro di sé una scia di sangue.

Il progetto di utilizzare questi grossi topi per bonificare i campi minati nasce dal'idea di Bart Weetjens, il fondatore di Apopo, un’Ong belga attiva dal 1997. L’organizzazione umanitaria ha il suo quartier generale in Tanzania ma opera in diversi stati africani e nel sud-est asiatico. “Quando sono arrivati quelli di Apopo con i loro topi sminatori la nostra vita è ricominciata di nuovo”, ha raccontato Zito, un agricoltore dell’Angola, che solo per caso non ha fatto detonare una mina anti persona. “Quando è finita la guerra, per evitare le esplosioni delle mine eravamo costretti a lavorare i campi lontano dalle nostre case e dalle fonti d’acqua. Così un giorno – prosegue l'uomo – ho deciso di ignorare tutti gli avvertimenti e ho iniziato a coltivare la mia terra, fino a quando la mia zappa ha colpito qualcosa di metallico. Mi sono bloccato e ho cominciato a tremare come una foglia perché ho capito che poteva essere solo una cosa: una mina”.

Nove mesi per diventare perfetti sminatori

L’addestramento dei roditori per diventare sminatori dura nove mesi. Per prima cosa dovranno imparare a riconoscere l’odore dell’esplosivo contenuto dentro infusori per il tè. Solo quando lo individuano, l'istruttore farà scattare un "clic" e il topo imparerà ad associare quel suono al cibo che riceverà come ricompensa. Prima di essere impiegati in un vero campo minato, devono superare un ultimo test in cui è ammessa una sola falsa segnalazione. Una volta sul terreno, sono legati a un filo e si muovono lungo i percorsi definiti dagli addestratori, perlustrando palmo a palmo la zona da bonificare. Sono così bravi che finora nessuno di loro è mai morto né è rimasto ferito durante le operazioni di sminamento. Rilevare gli esplosivi nascosti nel terreno è un lavoro pericoloso ma i topi giganti africani hanno un vantaggio significativo rispetto ai loro colleghi umani: il peso. Per azionare una mina anti persona si richiede in genere una pressione di circa cinque chilogrammi, mentre i ratti sminatori più pesanti non superano il chilo e mezzo. I topi di Apopo, inoltre, rilevano solo l'odore degli esplosivi ignorando i rottami metallici. Questo aspetto rende le operazioni di bonifica molto più veloci rispetto a quelle realizzate da uno sminatore tradizionale. Un topo addestrato può controllare accuratamente una superficie di 200 metri quadrati in soli venti minuti mentre un uomo con un metal detector impiegherebbe da uno a quattro giorni per bonificare la stessa area.

Ma l'impiego dei roditori non si esaurisce solo nei campi minati: da alcuni anni, Adopo usa i grandi topi africani in ambito medico scientifico per individuare in campioni di espettorato umano tracce di tubercolosi. La Tbc è la principale causa di morte nel mondo tra le malattie infettive: 1,5 milione di decessi all'anno, 4.000 al giorno. I ricercatori dell'Ong hanno scoperto che il fiuto straordinario dei ratti è affidabile almeno quanto un microscopio di laboratorio e, soprattutto, molto più economico e veloce. Aspetti da non sottovalutare e che in molti Paesi in via di sviluppo possono fare la differenza tra la vita e morte.

Le mine antiuomo continuano ad uccidere

A vent'anni dal firma della Convenzione di Ottawa per la messa al bando delle mine antiuomo, questi ordigni micidiali vengono ancora utilizzati in diversi teatri di guerra come in Afghanistan, Iraq, Myanmar, Siria e Yemen. Ma anche nei Paesi in cui il conflitto è ufficialmente finito, le mine antiuomo disseminate ovunque continuano ad uccidere e mutilare in modo indiscriminato, soprattutto i bambini. E’ il caso della Cambogia dove sono state sganciate almeno 26 milioni di bombe a grappolo durante la guerra del Vietnam. Si stima che ci siano ancora dai 2 ai 6 milioni di ordigni non esplosi che hanno provocato oltre 64.000 vittime. Oppure in Zimbabwe dove la guerra per l’indipendenza ha lasciato in eredità più di un milione di mine terrestri che coprono una superficie di 700 chilometri lungo i confini con lo Zambia e il Mozambico.

Più di 140 Paesi al mondo si sono impegnati a proibire l'uso, la produzione, il commercio e l'immagazzinamento delle mine antiuomo ma all'appello, mancano una quarantina di stati, tra cui alcuni dei principali produttori e utilizzatori di mine, come Stati Uniti, Russia, Cina, India e Pakistan. Se per produrre una mina antiuomo ci vogliono dai 3 ai 75 dollari, per rimuovere ogni esplosivo il costo sale fino a 1000 dollari. Un prezzo troppo elevato che mette a dura prova le deboli economie già provate dalla guerra. E’ così che i grandi topi africani possono essere la soluzione più economica ed efficace per bonificare i campi minati e permettere a milioni di persone di ritornare a vivere senza la minaccia invisibile delle bombe "dimenticate" dalle guerre.

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