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Il sistema idrico distrutto a Gaza fa ammalare i bambini mentre Israele porta avanti bombardamenti su Rafah

I civili palestinesi faticano a trovare acqua potabile da bere. L’acqua a disposizione dei rifugiati, infatti, è spesso contaminata e causa malattie quali infezioni intestinali ed epatite di tipo C o A.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Nonostante i tentativi di affermare una tregua a Gaza, che sempre secondo Israele sarebbe stata respinta da Hamas che di fatto ha cambiato alcune condizioni formulate nel piano Usa, i carri armati di Tel Aviv, sostenuti da aerei di guerra e droni, continuano ad avanzare nella parte occidentale della città di Rafah, situata al confine della Striscia. Qui si trovavano circa 1,4 milioni di rifugiati palestinesi, poi costretti ad allontanarsi verso aree "sicure" del territorio verso Nord. Nella giornata di mercoledì, Israele ha ucciso circa 8 persone. I carri armati israeliani sarebbero entrati in circa 5 quartieri dopo la mezzanotte.

Bombardamenti e spari hanno colpito le tende delle famiglie sfollate nell'area di Al Mawasi, più a ovest dell'enclave costiera. L'esercito israeliano avrebbe distrutto diverse case nella parte occidentale di Rafah, costringendo di fatto la maggior parte dei rifugiati ad abbandonare la città spingendosi verso Nord. Le persone rimaste sarebbero meno di 100.000 in condizioni terribili. Secondo quanto raccontato da un residente di Rafah all'agenzia britannica Reuters, le bombe sono atterrate poco lontano dalle tende dove le persone stavano dormendo, uccidendo e ferendo diversi civili.

L'Idf ha inoltre fatto sapere di essere pronta ad estendere i combattimenti a Shaboura e Tel Al-Sultan. "I battaglioni di Hamas non sono ancora ben rodati, dobbiamo smantellarli completamente. Stimiamo che ci vorrà più o meno un mese, a questa intensità", ha dichiarato alla Radio dell'Esercito il colonnello Liron Batito, capo della Brigata Givati. I filmati circolati sui social media mostrano che il varco di Rafah, l'unica finestra per la maggior parte della popolazione di Gaza con il mondo esterno, è stato distrutto, gli edifici bruciati e i carri armati israeliani pattugliano la zona con la bandiera di Israele.

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La carenza di acqua potabile nella Striscia di Gaza

Nel frattempo, dopo otto mesi di guerra che hanno portato la popolazione palestinese a cercare di sopravvivere in condizioni estreme, appare sempre più drammatica la mancanza di beni primari come cibo, medicine e acqua. In particolare, l'acqua potabile è diventata un vero e proprio problema nella Striscia di Gaza. La malnutrizione e la disidratazione, soprattutto nei bambini, comportano gravissimi problemi ai cittadini palestinesi.

"Non abbiamo acqua in bottiglia – ha raccontato una donna alla BBC -. I bambini camminano a lungo per trovare l'acqua e quando la trovano è contaminata. Le temperature sulla Striscia di Gaza hanno raggiunto i 40 gradi e l'ondata di caldo non sta aiutando i civili. "Le temperature nella nostra tenda sono inimmaginabili  – racconta un uomo -. L'acqua che beviamo poi è decisamente contaminata perché sia giovani che anziani si ammalano.

A confermarlo è anche il dottor Ahmed al-Fari, capo dei dipartimenti pediatrici dell'ospedale Nasser. "Non è un segreto che la causa principale delle infezioni intestinali nella Striscia di Gaza al momento è l'acqua contaminata fornita ai bambini" ha sottolineato. Il secondo problema è l'epatite di tipo C o A, non meno pericolose delle infezioni intestinali. Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, il 67% del sistema idrico e igienico-sanitario di Gaza è stato distrutto. "Abbiamo bisogno di un enorme sforzo internazionale per ristabilire le reti idriche e fognarie – spiega Salaam Sharab, ingegnere idrico nel comune di Khan Younis -. Noi abbiamo perso tra i 170 e i 200 chilometri di condutture che sono state completamente distrutte insieme ai pozzi e ai serbatoi d'acqua".

La Corte penale internazionale ha accusato Israele di usare la fame come arma di guerra a Gaza, chiedendo l'arresto del primo ministro Benjamin Netanyahu e del ministro della Difesa Yoav Gallant. Nonostante ciò, i ministri israeliani negano l'esistenza di una crisi umanitaria a Gaza.

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