Il rock, una rivoluzione musicale per la Birmania (VIDEO)
Siamo liberi di scegliere la musica da ascoltare nel nostro lettore: pop, jazz, punk. E il rock: un genere che, in Occidente equivale ad altri generi musicali, ma in Birmania rappresenta un tipo di musica che incita i giovani alla rivoluzione. Suonare il rock in questo paese è un vero e proprio atto eversivo, più di qualsiasi altra rivolta o insurrezione. Dopo cinquant'anni di oppressione e di regime militare, i musicisti birmani sperano in futuro migliore, che parta proprio dalle note aggressive e energiche del rock.
"Qui a nessuno importa niente dei nuovi musicisti, la gente va ai concerti solo per vedere le celebrità": queste le parole di Darko C, frontman della band Side Effect. Il cantante spiega che i musicisti birmani non hanno vita facile nella loro terra nativa. Non ci sono fondi destinati alla musica e i gruppi o i cantanti solisti devono far leva sulle cover internazionali per poter essere apprezzati e il tutto a costi davvero bassissimi. La sperimentazione musicale, dunque, è pressapoco inesistente. Nonostante le limitazioni e gli impedimenti economici, la sfera musicale birmana è popolata da tanti artisti che di certo non si fermano alla musica folk o alle cover di canzoni note. Il panorama musicale underground, infatti, è caratterizzato da gruppi e cantanti rock, punk, metal e pop. Tra questi anche Phyu Phyu Kyaw Thein, definibile come la Lady Gaga birmana, non solo per il look ma anche per lo stile musicale.
La censura del Web è stata abbattuta grazie a delle importanti riforme: i gruppi musicali, dunque, sperano di poter utilizzare la musica non solo come strumento per esprimere se stessi e le proprie scelte stilistiche e sonore, ma anche per poter gridare, a suon di rock e metal, la rabbia interna scatenata da anni di repressione subita con testi impegnati socialmente e politicamente.