video suggerito
video suggerito

Il rischio di premiare il candidato che grida di più

Obama e Romney si incontrano per il primo dibattito, a circa un mese dalle elezioni. A confronto la consapevolezza e la spavalderia della prima volta. Ma al primo giro viene premiato il più aggressivo.
A cura di Andrea Parrella
5 CONDIVISIONI
Primo dibattito presidenziale per Barack Obama e Mitt Romney

Le attese prevedevano le impostazioni tattiche che si sono viste nel duello della scorsa notte tra il presidente in carica, Barack Obama, e il suo sfidante per le elezioni del prossimo novembre, Mitt Romney. E' stato un dibattito nel quale c'era chi dovesse recuperare e chi contenere ed era probabile che il primo fosse più aggressivo del secondo. A volerla leggere nei termini di un dualismo inteso necessariamente come scontro, è plausibile giungere a questa conclusione.

Il dibattito tra i due candidati americani, però, può avere una lettura duplice in questo senso, con un'altra che di fatto non corrisponde quasi mai al gradimento generale dell'elettorato indeciso, in America così come in Italia, e probabilmente negli altri stati occidentali condizionati da simili criteri di valutazione elettorale. Da una parte c'è uno che può fare promesse e basta, accusando l'altro di averne fatte senza averle totalmente mantenute, o di averci provato ed aver fallito, scaturendo effetto opposto. L'ha fatto Romney, ad esempio in merito alla battaglia quadriennale del Obamacare, la riforma sanitaria passata nel giugno di quest'anno il cui scopo è offrire assistenza sanitaria a molti americani che non potevano permettersi un'assicurazione privata. E' fermamente convinto di volerla abrogare in quanto svantaggiosa in termini di assunzioni e per le risorse finanziarie che toglie al Medicare, il programma d'assistenza agli anziani.

Obama ha ribattuto ammettendo le imperfezioni di una legge che va ancora implementata, ma sicuro che questa abbia portato vantaggi sostanziosi ai meno abbienti. E' parsa visibilmente una conversazione tra la consapevolezza di chi conosce i limiti inevitabili nell'azione presidenziale, e di conseguenza abbassa il tiro, e chi, al contrario, può osare, un po' per incoscienza, un po' a scopo meramente elettorale. Non è un caso che Obama abbia abusato dell' incipit "quattro anni fa", quasi da padre putativo, facendo intendere che avesse messo in conto lo spirito di Romney. Si sono scontrati le prese di coscienza e i proclami, la richiesta di fiducia reiterata per un percorso lungo e difficile, con il vantaggio di poter promuovere il tutto e subito.

I sondaggi interpretano questi diversi gradi di consapevolezza come un grosso divario di motivazione. Si dà peso allo sguardo di Obama basso a favore di un Romney che cerca sempre gli occhi dello sfidante. I criteri di base non potrebbero far altro che premiare il repubblicano, ma in fin dei conti vorrebbe dire rischiare di preferire chi grida di più, confondendo l'onestà intellettuale con la sottomissione.

5 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views