Il Regno Unito ha fame: 4 milioni di persone senza cibo. “Peggio dell’Africa”
E' emergenza alimentazione in Gran Bretagna. Secondo un rapporto del Governo ci sarebbero almeno quattro milioni di persone a rischio fame. Sono sempre di più i cittadini inglesi costretti a rivolgersi alle 272 banche del cibo disseminate nelle grandi e piccole città del Regno. La situazione è particolarmente difficile per 500 mila bambini che vivono in famiglie che non possono garantire loro una alimentazione costante e corretta. Downing Street ha sottolineato i dati del discusso rapporto saranno considerati “seriamente”. Ieri l'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, in un intervento sul Mail on Sunday, aveva affermato che l'emergenza cibo in Gran Bretagna è per certi versi più drammatica di quella in Africa, che è ovviamente più nota al mondo. Fra le cause di questa situazione, il rapporto di Westminster indica l'impoverimento di una fascia della popolazione, i ritardi dei sussidi pubblici e i costi delle bollette troppo alti. "Qualche settimana fa ho parlato con una famiglia che si trovava in una banca del cibo, padre, madre e figlio, e apparivano affamati ma soprattutto umiliati", ha detto il primate della chiesa d'Inghilterra. Il suo appello arriva alla vigilia della presentazione di un rapporto parlamentare che lancia l'impegno a sconfiggere la fame nel Paese entro il 2020.
Cameron taglia fondi per il welfare agli immigrati
Dati che arrivano peraltro a poche settimana della decisione del premier David Cameron di introdurre misure che permettano di non garantire il welfare ai cittadini di altri Paesi europei per i primi 4 anni di residenza e di rimpatriare chi è disoccupato da oltre sei mesi. L’obiettivo di Londra è quello vedere diminuire il peso della immigrazione da paesi della Ue in Gran Bretagna. E’ stato lo stesso primo ministro ad annunciarlo in un atteso discorso pronunciato in una fabbrica del West Midlands, in cui ha chiesto agli altri leader europei di accettare le “ragionevoli” proposte che saranno una priorità nei futuri negoziati sulla permanenza del Regno Unito nell’Europa che conta. “Noi ci meritiamo di essere e dobbiamo essere ascoltati – ha detto premier britannico – questa è una questione che interessa il popolo britannico e il nostro futuro nella Ue. Il popolo britannico non comprenderebbe, e francamente neanche io comprenderei, se non si potesse trovare un modo adeguato per risolvere la questione, cosa che aiuterebbe a fissare un posto per il nostro paese nella Ue una volta per tutte” .