Il Regno Unito chiude le frontiere “anche” agli europei: “Entri solo chi ha un lavoro”
È destinata a far molto discutere la presa di posizione del ministro dell’Interno del Governo Cameron, la conservatrice Theresa May, in tema di immigrazione. Con un lungo editoriale pubblicato sul Sunday Times, infatti, il ministro preannuncia una stretta sull’immigrazione nel Regno Unito, che potrebbe portare alla limitazione della “mobilità” anche per i cittadini comunitari. Per la May, la libertà di movimento significa sostanzialmente “la libertà di trasferirsi con un lavoro”, dal momento che, così com’è, l’immigrazione non risulta più sostenibile e “mette pressione sulle infrastrutture, come case e trasporti, e i servizi pubblici, come scuole ed ospedali”. E Schengen, continua, “ha esasperato le tragedie di questa estate”, proprio perché permette la libera circolazione nel sistema europeo. Così, "l'Europa deve tornare alle origini, quando la libera circolazione significava libertà di spostarsi per lavorare, non libertà di attraversare le frontiere per cercare un lavoro o usufruire delle politiche previdenziali".
Il ministro cita le statistiche dello scorso anno: “Quattro migranti su dieci provenienti dall’Unione Europea sono arrivate qui senza nessun accordo per alcun tipo di lavoro, anche per questo la volontà del governo di rinegoziare la relazione della Gran Bretagna con l'Ue è così importante”. Sostanzialmente, se le misure annunciate dovessero andare in porto in tempi rapidi, non sarà più possibile arrivare in Gran Bretagna per mettersi alla ricerca di un posto di lavoro.
Una stretta sull’immigrazione che coinvolgerà anche gli studenti stranieri che dopo aver terminato gli studi nel Regno Unito restano “senza far nulla”: per il ministro dell’Interno, dunque, è giunto il momento di “rompere il legame” tra la possibilità di studiare in Gran Bretagna ed il diritto a restarci.