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Il regista del film blasfemo su Maometto condannato a un anno di carcere

La sua pellicola “L’innocenza dei musulmani” ha provocato violente proteste, scontri e vittime nel mondo arabo ma Mark Basseley Youssef finisce in galera per un altro motivo: ha usato false identità oltre a compiere altre violazioni.
A cura di Susanna Picone
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La sua pellicola “L’innocenza dei musulmani” ha provocato violente proteste, scontri e vittime nel mondo arabo ma Mark Basseley Youssef finisce in galera per un altro motivo: ha usato false identità oltre a compiere altre violazioni.

Il 55enne Mark Basseley Youssef (nella foto ritratto nel corso del processo a suo carico) finisce in galera per un anno per un reato che però non ha niente a che fare con il film da lui realizzato e che negli scorsi mesi ha scatenato violenti scontri in diversi Paesi del mondo arabo. Mark Basseley Youssef (conosciuto anche con il nome di Nakoula Basseley Nakoula) è, infatti, il regista della pellicola “L’innocenza dei musulmani”, quella considerata blasfema nei confronti del profeta Maometto le cui proteste hanno portato, tra i tanti morti nei Paesi islamici, anche all'uccisione avvenuta l’11 settembre scorso dell’ambasciatore americano in Libia Chris Stevens e di tre dei suoi collaboratori. Una Corte della California però l’ha condannato, appunto, per un altro motivo: il regista ha ammesso quattro delle otto presunte violazioni di cui era stato accusato, tra cui anche quella di aver ottenuto una patente falsa in California. Ha violato anche la libertà condizionata che gli era stata imposta nel 2010 dopo una condanna per frode. Gli avvocati dell’autore della pellicola blasfema aveva chiesto i domiciliari, richiesta respinta dal giudice distrettuale Christina Snyder che ha sottolineato gli inganni perpetrati e l’uso di nomi falsi durante la lavorazione del film.

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