Il rapporto choc del nuovo Snowden: ecco come i droni USA colpiscono i civili
Un’ampia inchiesta, pubblicata da The Intercept (lo stesso dello scandalo Datagate), svela il programma americano di assassinii mirati attraverso l’uso di droni in Yemen, Somalia e Afghanistan, dal 2011 al 2013. Durante quegli anni, in un periodo di cinque mesi, il 90% delle vittime dei raid con gli aeromobili non erano gli obiettivi indicati, svelano i documenti del nuovo Snowden. L'inchiesta in 8 parti s'intitola "The drone papers" ed è stata resa possibile grazie alle rivelazioni di una fonte “proveniente dall’intelligence community e che ha lavorato ai programmi descritti nelle slide”.
The Intercept, curato dal giornalista Glenn Greenwald, scrive che il "Pentagono, la Casa Bianca e il comando delle forze speciali non hanno voluto commentare" sul dossier e ha citato un portavoce del dipartimento della Difesa il quale afferma che "non commentiamo sui dettagli di rapporti secretati". Lo stesso sito scrive che l'inchiesta "ha lo scopo di servire come un esame pubblico dei metodi e dei risultati del programma di assassinio dell'America (…). L'opinione pubblica ha il diritto di vedere questi documenti non solo per impegnarsi in un dibattito informato sul futuro delle guerre Usa, sia palesi che occulte, ma per comprendere le circostanze in base alle quali il governo americano si arroga il diritto di condannare a morte individui senza fare controlli e il contrappeso consolidato degli arresti, processi e appelli".
Le carte dello scandalo risalirebbero al periodo tra febbraio e maggio 2013, si tratta di uno studio condotto dal Pentagono per valutare le tecnologie di intelligence e di sorveglianza messe in pratica dal JSOC (Joint Special Operations Command) dal 2011 e che specificavano il processo di approvazione per gli attacchi dei droni che Obama, in media, approvava in meno di 60 giorni. Il nuovo Snowden ha voluto parlare "perché i cittadini hanno il diritto di comprendere il processo con il quale si decide che qualcuno deve morire”.