Il racconto del fotografo ucraino dalla guerra: “Ovunque arrivi, la Russia porta distruzione e orrore”
Diffondere la verità su quello che sta succedendo in Ucraina. È quello che sta provando a fare Mykhaylo Palinchak, giovane fotografo ucraino i cui scatti dai luoghi della guerra stanno facendo il giro del mondo.
Stanze della tortura, volontari, soldati, edifici distrutti dalla bombe russe: sono questi i soggetti delle foto di Palinchack, alcune delle quali sono state anche protagoniste di una mostra a cura della della Missione diplomatica Usa in Italia e in collaborazione con il Consolato generale dell'Ucraina a Napoli a Capaccio Paestum (Salerno), visitabile gratuitamente fino al 18 maggio all’ex Tabacchificio di Paestum. Fanpage.it ha chiesto all'artista di raccontare cosa ha visto con i suoi occhi in questo anno di conflitto.
Lei racconta la guerra in Ucraina attraverso le sue immagini, quale è la foto più rappresentativa che ha mai scattato?
"Sento l'obbligo di documentare ciò che sta accadendo nel mio Paese e di diffondere le informazioni sulla guerra di aggressione russa in Ucraina a un pubblico internazionale quanto più ampio possibile. Quindi sto cercando di documentare diversi aspetti della guerra e della vita degli ucraini".
Dove ha trovato più distruzione?
"Ovunque sia arrivata la Russia porta con sé distruzione, orrori e vuoto. Villaggi intorno alla città di Kherson, Mykolaiv, villaggi a nord di Kyiv, città di Irpin, città di Kharkiv e villaggi a est di Khrakiv".
Ha anche scattato una foto di una delle tante stanze di tortura dove i russi tenevano prigionieri gli ucraini durante l'occupazione di Kherson: cosa ha pensato in quel momento?
"Ero arrivato lì per fotografare, sapevo già cosa avevano dovuto affrontare le persone in quei luoghi. Subire un simile comportamento non è purtroppo un fatto nuovo e in molte città ucraine che sono state liberate nei mesi scorsi dopo l'occupazione russa sono stati scoperti scantinati realizzati con questo fine".
Pensa davvero che con la tua arte riuscirà a trasmettere quello che sta attraversando il popolo ucraino da più di un anno?
"Non lo so e non ho una risposta a questo, ma come minimo ho bisogno di provare sempre di più. Insieme a tutte le altre voci dall'Ucraina attraverso diversi mezzi e canali dobbiamo essere in grado di diffondere la verità".
Sei stato tra i soldati e i volontari. Qual è il loro morale?
"Tutti resisteranno fino alla vittoria, poiché loro (noi) sappiamo per quale motivo stanno combattendo. Per la nostra terra, le case, i bambini e la libertà. Scrivo queste parole dal treno Kyiv – Kramatorsk (regione di Donetsk) seduto tra molti soldati che stanno tornando dalle loro brigate per continuare la nostra lotta".
Quanto ci sarà da ricostruire in Ucraina dopo la fine della guerra?
"Non lo so. Possono essere anni? Decine di anni? Fino alla fine della guerra, non siamo nemmeno in grado di contare e prevedere qualsiasi cosa. Ogni giorno la Russia porta sempre più distruzione in terra ucraina. Tuttavia gli edifici e le città potrebbero essere ricostruiti e restaurati ma non le vite delle persone".