Il primo bimbo nato da una “gravidanza condivisa”: è cresciuto nell’utero di due donne lesbiche
“Questa procedura ci ha fatte sentire alla pari in tutto il processo e più vicine. Evita che una delle due abbia più legami con il bambino dell’altra”. Una coppia di donne ha raccontato della loro gioia nel poter usufruire di una nuova rivoluzionaria procedura di "maternità condivisa", che ha permesso a entrambe di portare in grembo il proprio figlio. Donna, 30 anni, e Jasmine Francis-Smith, 28 anni, sono state la prima coppia di tutto il Regno Unito ad avere un figlio con questa tecnica: Otis è nato due mesi fa in un ospedale dell’Essex. Prima di essere impiantato nell’utero di Jasmine, l’embrione è stato ‘incubato’ per 18 ore nel corpo di Donna, quindi tecnicamente entrambe le donne hanno portato avanti la gravidanza.
La procedura della "gravidanza condivisa"
L’ovodonazione interna alle coppie lesbiche è una pratica diffusa. Normalmente, dopo la fecondazione, l’incubazione dell’ovulo avviene artificialmente prima di essere impiantato sulla donna che porta avanti la gravidanza. La coppia inglese ha scelto però un metodo alternativo. Donna ha donato gli ovuli che sono stati fecondati in laboratorio, ma non sono stati incubati artificialmente. La differenza nella gravidanza condivisa è infatti nel processo di incubazione. Non si ricorre a quella artificiale, in laboratorio, ma è stata la stessa Donna a incubare l’ovulo fecondato. Dopo la fecondazione la capsula è stata quindi inserita di nuovo nell’utero della 30enne. Trascorse 18 ore, hanno impiantato l’ovulo nell’utero di Jasmine che ha portato a termine la gravidanza. La procedura è stata eseguita alla London Women’s Clinic.
A settembre è nata Otis: la prima bambina che ha vissuto in due uteri
Donna Francis-Smith ha dichiarato al The Telegraph: “Ci sono un sacco di coppie dello stesso sesso in cui una persona fa tutto, e in cui un’unica persona resta incinta e partorisce, mentre con questo metodo siamo entrambe rimaste coinvolte in modo importante. Ci ha sicuramente avvicinate emotivamente. Siamo comunque una coppia vicina ma entrambe abbiamo un legame speciale anche con Otis, e questo è stato aiutato dal modo in cui l’abbiamo fatta nascere”. Ha parlato anche Jasmine, che ha partorito in settembre a Colchester (Essex): “La procedura ha davvero fatto sentire me e Donna abbastanza uguali in tutto il processo e ci ha avvicinato emotivamente. Ora che la piccola Otis è nata, che è al sicuro e bene, ci sentiamo una vera famiglia. Se dovessimo ripetere il processo, non cambieremmo nulla “.