Il presidente argentino Javier Milei dice che ora si sente meno solo grazie a Trump, Meloni e Musk

Al forum di Davos, il presidente argentino Javier Milei ha detto di “non sentirsi solo” perché nuovi alleati – come Trump, Meloni, Orban, Netanyahu – hanno “abbracciato le idee di libertà”. Ha poi difeso Elon Musk, che a suo dire non avrebbe fatto il saluto romano all’evento organizzato per l’insediamento di Trump, ma “un gesto innocente di gratitudine” verso la folla.
A cura di Giulia Casula
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Quest'anno "non mi sento solo, perché nel corso di un anno nuovo alleati hanno abbracciato le idee di libertà in ogni angolo del mondo". Così il presidente argentino Javier Milei è intervenuto al Forum economico mondiale di Davos e ha spiegato di sentirsi meno solo rispetto all'ultimo summit per via della presenza di nuovi alleati nello scacchiere internazionale.

Tra questi "l'incredibile Musk", la "cara Giorgia Meloni", il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente di El Salvador Nayib Bukele, Viktor Orban in Ungheria e il nuovo capo della Casa Bianca, Donald Trump. Con loro, si sta formando "un'alleanza internazionale tra tutte quelle nazioni che, come la nostra, vogliono essere libere e credono nelle idee di libertà" contro "l'ideologia del wokismo", ha detto Milei.

"Non mi sento solo perché il mondo ha abbracciato l'Argentina. L'Argentina è diventata un esempio globale di responsabilità fiscale, di impegno a onorare i nostri obblighi e, ovviamente, di impegno a risolvere il problema dell'inflazione. Inoltre, siamo un esempio di un nuovo modo di fare politica, che consiste nel dire la verità in faccia alla gente e nel darle fiducia", ha proseguito il presidente.

In un passaggio del suo discorso Milei ha difeso Elon Musk "ingiustamente vilipeso" per aver salutato la folla alla cerimonia di insediamento di Trump con il braccio teso, che da molti è stato interpretato come un chiaro riferimento al saluto romano. A suo dire, si è trattato solo di "un gesto innocente che riflette semplicemente il suo entusiasmo e la sua gratitudine verso le persone", ha dichiarato.

Il presidente ha poi aggiunto che la battaglia contro il "wokismo" non "è ancora vinta" e "anche se la speranza si è riaccesa, è nostro dovere morale e nostra responsabilità storica smantellare l'edificio ideologico del wokeismo malato". E ha attaccato anche i contenuti dei passato Forum economici mondiali. "Se vogliamo cambiare, se vogliamo davvero difendere i diritti dei cittadini, dobbiamo prima cominciare dicendo loro la verità. E la verità è che c'è qualcosa di profondamente sbagliato nelle idee che sono state promosse attraverso forum come questo".

Secondo Milei, l'ideologia "woke" è "la grande epidemia del nostro tempo che deve essere curata, il cancro che dobbiamo eliminare", perché "ha colonizzato le istituzioni più importanti del mondo: dai partiti politici e dai governi delle principali nazioni occidentali alle organizzazioni di governance globale, persino alle ONG, alle università e ai mezzi di comunicazione", ha dichiarato, invitando il Forum a "riscrivere le regole" che per lungo tempo sono state "considerate inamovibili".

Nel suo discorso ultraliberista, ha poi voluto ricordare i "pilastri della civiltà Occidentale", come il libero commercio, la libertà religiosa e di pensiero, passando in rassegna i mali da "estirpare": il wokismo, il "femminismo radicale", che a suo dire promuoverebbero lo statalismo, "l'ecologismo radicale"e l"agenda assassina e sanguinaria dell'aborto".

Riprendendo lo slogan di Trump – Make America Great Again – Milei ha concluso esortando i leader mondiali a seguire l'esempio dell'Argentina. "Questo farà Trump, questo sta facendo l'Argentina, rendiamo l'Occidente di nuovo grande", ha ripetuto.

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