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Il premier turco: “Non prendiamo sul serio le minacce di Putin”

Ahmet Davutoglu: “Il leader russo sta ricordando i suoi vecchi tempi al Kgb. Ma il Kgb è morto da tanto tempo”.
A cura di Davide Falcioni
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Non accenna a placarsi il braccio di ferro tra Turchia e Russia, iniziato all'indomani dell'abbattimento del jet russo lo scorso 24 novembre. Parlando con i giornalisti il premier di Ankara Ahmet Davutoglu ha lasciato intendere di non prendere sul serio le minacce del Cremlino, che alcuni giorni fa – in occasione della conferenza stampa di fine anno – aveva accusato la Turchia di aver aperto il fuoco verso il Sukhoi 24 per compiacere gli Stati Uniti e accreditarsi come "partner affidabile".

Dopo giorni di silenzio Davutoglu – parlando con la stampa internazionale di ritorno da Bruxelles – ha spiegato che non è sua intenzione "utilizzare un linguaggio offensivo e poco diplomatico" verso Putin. "Il leader russo – ha detto il premier turco – sta ricordando i suoi vecchi tempi al Kgb. Ma il Kgb è morto da tanto tempo. L'era della propaganda in stile sovietico è storia. Tutte le dichiarazioni che fa, il mondo le schernisce con sarcasmo. Non possiamo prenderle sul serio". "Le dichiarazioni di Putin – ha proseguito Davutoglu  – non si adattano alla natura del mondo moderno o alle relazioni turco-russe. Per questo, invece di rispondere alle sue affermazioni nello stesso modo, sorrido e basta. Prendere le sue dichiarazioni sul serio sarebbe un insulto".

Come si ricorderà Putin alcuni giorni fa aveva avanzato il sospetto che l'abbattimento da parte della Turchia del caccia russo sia stato solo un modo per compiacere gli Stati Uniti da parte del governo di Ankara. "Non so se il calcolo fatto da qualcuno della leadership turca sia stato corretto o no, se gli americani ne hanno davvero bisogno", ha dichiarato il capo del Cremlino. Forse, ha aggiunto Putin, "c'era un tacito accordo a un qualche livello, qualcosa del tipo, noi abbattiamo l'aereo russo e voi non dite nulla se noi occupiamo parti dell'Iraq'".

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