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Il potere finanziario del pianeta in mano a un network di 147 imprese

147 imprese controllano il 40% del potere finanziario globale. Si tratta di multinazionali i cui interessi si intrecciano in un pericoloso schema a rete. E se crolla un nodo, crolla tutto.
A cura di Alfonso Biondi
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Operatore di borsa

Il 40% del potere finanziario mondiale è in mano a 147 imprese. E' questo quanto emerge da uno studio dell'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Zurigo intitolato "The network of global corporate control" (la rete globale del controllo societario). Vitali,  Glattfelder e Battiston hanno analizzato nel dettaglio le connessioni esistenti tra 43.060 multinazionali, giungendo alla conclusione che, tra queste, ce ne sono 1.318 che esercitano un potere "sproporzionato" sull'economia planetaria. Il "diamante", però, è composto da 147 imprese.  Al primo posto tra i "gruppi di controllo dei mercati" c'è Barclays Plc, seguita da Capital group companies Inc e Fmr corp. Le prime 20 posizioni della classifica sono quasi tutte occupate da corporation finanziarie. JP Morgan si piazza al 6° posto, Goldman Sachs al 18°. Nella top 50 anche un'italiana: è l'Unicredit, che si piazza al 43° posto. Lo studio effettua inoltre un'analisi delle interconnessioni riguardanti il gruppo Benetton.

Primi 50 gruppi che influenzano i mercati

Il network di cui parlano gli autori rappresenta quindi un vero e proprio concentrato di potere. E il complottismo col quale gli analisti spiegano l'altalena dei titoli non c'entra: i dati, infatti, sono stati ottenuti incrociando modelli matematici con un database delle aziende mondiali. Vitali,  Glattfelder e Battiston spiegano che l'interconnessione tra le principali imprese oggetto del loro studio è addirittura positiva in una fase di crescita economica. In tempi meno rosei, però, il discorso cambia radicalmente. Già, perché, data la fitta rete di connessioni tra i vari nodi del network, il crollo di una corporation potrebbe avere ripercussioni catastrofiche sulle altre, e di conseguenza sull'economia mondiale.

Ma perché tutte queste connessioni? I contratti finanziari, secondo gli autori, permettono alle corporation di diversificare il rischio. E questo è un vantaggio. D'altra parte, però, le espone anche al pericolo di contagio. "In una situazione così interrelata, connotata da forti rapporti di proprietà, perciò il rischio di una contaminazione a catena è dietro l'angolo".

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