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Talebani a Kabul: le ultime news sull'Afghanistan

Il portavoce dei talebani a Fanpage.it: “Con noi le donne torneranno a lavorare in sicurezza”

L’intervista di Claudio Locatelli per Fanpage.it a Zabiullah Mujahid, portavoce dei talebani a Kabul: “Indipendenza riconquistata dopo 20 anni. Stiamo risolvendo tutti i problemi e nei prossimi giorni annunceremo il nuovo governo. Cerchiamo di far lavorare le donne in un ambiente sicuro. Vogliamo buone relazioni con Usa, Europa, Cina e Russia ma nessuna interferenza”.
A cura di Ida Artiaco
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Donne, istruzione, politica estera, Isis-k ed economia. Sono questi i temi su cui si è espresso Zabiullah Mujahid, portavoce dei talebani che lo scorso 15 agosto hanno occupato Kabul e ottenuto la fuga del presidente dell'Afghanistan Ashraf Ghani, con il conseguente ritiro delle forze occidentali, Usa in primis. In una lunga intervista video realizzata per Fanpage.it da Claudio Locatelli, uno dei pochissimi reporter nella Capitale afghana, Mujahid ha sottolineato come il nuovo governo intenda rendere il Paese più sicuro ed efficiente alla luce della legge islamica.

Nelle prime settimane avete suggerito alle donne di non uscire di casa perché avete dichiarato che i vostri combattenti talebani non erano sufficientemente preparati per relazionarsi alle donne. Come intendete prepararli?

"È un problema che abbiamo già risolto. Come sapete, abbiamo permesso alle donne di andare a lavorare o di riprendere possesso dei loro uffici, potranno anche lavorare nei Ministeri. Abbiamo annunciato loro che il ministero dell'educazione tornerà perché per noi è molto importante. In questo momento ci troviamo nella fase iniziale per inquadrare questi lavori. Stiamo cercando di farle lavorare in un ambiente sicuro, psicologicamente e fisicamente. Questo è un problema temporaneo, che risolveremo il prima possibile. Ci stiamo lavorando".

Tema delle persone che hanno lasciato il paese. Molti cittadini dopo il 15 agosto, quando avete preso Kabul, hanno cambiato abitudini, atteggiamenti e vestiti, per paura. Esiste quindi in molti una profonda paura verso il governo dell'Emirato Islamico dell'Afghanistan. Cosa ne pensa e come intendete venire incontro a queste paure non solo dei cittadini rimasti ma anche di quelli che potrebbero decidere di tornare?

"La sicurezza delle città è molto importante per noi. Non vogliamo mettere in pericolo le persone, vogliamo occuparci di loro e se c'è qualcosa che non va cercheremo di parlare con loro con logica e buon senso. Tutti vivranno in questo paese come prima. Vi assicuro che l'Emirato islamico non darà problemi ai civili. Stiamo riflettendo riguardo alla nuova struttura del governo afghano. Noi abbiamo i nostri governatori e le autorità provinciali, forze di polizia anche a livello di distretti. Possiamo controllarli facilmente, non è un grosso problema per noi. Abbiamo le nostre commissioni locali e militari che ci passano informazioni. Ci sono stati problemi in alcune aree ma l'Afghanistan ha vissuto nell'insicurezza finora. Assicuriamo che la situazione migliorerà".

Abbiamo visto file di persone ritirare il denaro dalle banche, che per il momento restano chiuse, e per molti c'è scarsità di cibo e certamente i confini restano chiusi. Questo aggrava una già difficile situazione economica del Paese, è di fatto un ingigantimento della crisi economica. Come intendete agire al riguardo?

"Anche questo è un problema temporaneo. Il nostro governo e i singoli ministeri cominceranno a lavorare a breve. Tutte le banche saranno aperte così come i nostri confini, le aziende potranno contare su un ambiente sicuro che potrà permettere loro di fare import/export. Poi ci occuperemo della crisi economica e tutti questi problemi saranno risolti facilmente".

È stato detto che il paese è in grado di coprire circa 3 mesi di bollette elettriche dopodiché sarà necessario pagare i paesi circostanti che forniscono quest'energia all'Afghanistan. Come procedono quindi le conversazioni con i paesi limitrofi che sono così fondamentali e su cui l'Afghanistan stesso conta?

"Noi siamo sicuri che risolveremo tutti questi problemi. Per quanto riguarda l'elettricità stiamo raccogliendo le bollette dai consumatori, i nostri confini con altri paesi hanno le loro entrate. Non appena ci metteremo in sicurezza arriveranno anche gli investitori. Sono sicuro che la crisi economica non sarà un grosso problema".

Molti paesi prima di investire aspetteranno sicurezza, che è un problema rilevante in questo momento anche riguardo alla minaccia di Isis. Perché quindi avete aperto le prigioni? Di fatto sono usciti tutti. E cosa farete con questa minaccia?

"Non siamo responsabili per l'apertura delle prigioni. Nella maggior parte delle province i prigionieri sono stati liberati prima che arrivassimo. Questa è responsabilità del governo precedente che non ha provato a trasferire il potere e ha liberato tutti. Cosa che finirà con il nostro governo. Sempre sull'Isis-k, le persone a loro appartenenti non sono originarie dell'Afghanistan, alcune di queste persone hanno abbracciato l'ideologia ma i suoi adepti arrivano soprattutto dalla Siria e dall'Iraq. Ora c'è il governo islamico e l'Emirato islamico adempierà alla legge islamica. Quindi non c'è nessuna ragione per fare una guerra in questo paese. Speriamo che nessuno cercherà di continuare con i bombardamenti e le uccisioni. La pace e la sicurezza vengono prima di tutto".

Sappiamo che state negoziando con altre parti per cercare di realizzare un governo inclusivo. A quale livello siete e quando ci dobbiamo aspettare l'annuncio del nuovo governo?

"Ci stiamo consultando con altre parti. Stiamo cercando di dare vita ad un governo responsabile e potente. È un lavoro in continuo divenire e speriamo di annunciarlo già nei prossimi giorni, in un futuro molto vicino".

In merito alla politica estera, al momento Russia e Cina hanno detto che sono vicine al governo talebano e la conseguenza è la non interferenza nelle loro politiche. Va capito come la Russia si rapporta ai paesi limitrofi e come la Cina intende gestire il problema dei terroristi uiguri. Secondo lei cosa dobbiamo aspettarci in merito alla futura politica esteri nei confronti di Cina e Russia?

"Noi vogliamo buone relazioni con tutti i paesi, anche con gli Usa e l'Europa, oltre che con Cina, Russia e con i nostri vicini. Stiamo cercando di incrementare le nostre relazioni con questi paesi. Russia e Cina come ha detto non interferiranno in Afghanistan, ma anche noi cerchiamo di non interferire in altri paesi, cerchiamo di riprenderci il nostro paese. L'Afghanistan ha la sua religione, valori e tradizioni basati sull'Islam e speriamo che il resto del mondo li rispetti. In relazione alla questione dei uiguri cercheremo di dialogare con la Cina per risolvere il problema e lo faremo senza creare tensioni, in un rapporto diplomatico che porti a soluzioni".

Cosa sta succedendo in Panjshir?

"Alcuni ribelli sono fuggiti in Panjshir. Stiamo cercando di risolvere questo problema, ancora provando a negoziare. Ma le nostre forze sono state attaccate sul versante di Barlan, nell'area di Khavak e anche in quella limitrofa. I ribelli si stanno nascondendo lì e siamo stati costretti a reagire alle loro azioni, anche militarmente, per portare sicurezza in quelle zone".

L'ex vicepresidente afghano Amrullah Saleh dice di essere di fatto il nuovo presidente secondo la costituzione della repubblica dell'Afghanistan. Ora  è anche lui in Panjshir. Gli anni passati è stato tra i principali promotori delle milizie che di fatto sono ancora presenti. Che tipo di minaccia costituisce per la sicurezza la presenza di tutte queste milizie?

"Saleh adesso è un semplice cittadino, non rappresenta il governo, non può raccogliere persone intorno a lui. Per noi non è un problema e anche in Panjshir le persone a cui lui piace non lo stanno supportando. Non può fare nulla. Il vero problema sono coloro che fuggono in Panjshir, ma non lui. Anche le milizie non sono un problema, non sono una forza vasta. La guerra ha bisogno di un motivo per continuare e al momento non c'è".

Quando l'Emirato islamico ha preso l'Afghanistan alcuni voci hanno detto che c'erano soldati della repubblica a cui è stato ordinato di arrendersi e ritirarsi, di non combattere. Molti pensano che dietro tutto questo ci siano degli accordi…. 

"Il precedente esercito e forze di polizia stavano affrontando la nazione afghana … e sapevano la realtà, che sarebbero stati sconfitti ma noi li abbiamo accolti. Alla fine hanno deposto le armi. Hanno preso una buona decisione ma non c'è stato nessun ordine di arrendersi, è stata una loro scelta".

Come si sente personalmente e nei confronti dell'Afghanistan?

"Mi sento molto felice, dopo 20 anni abbiamo riconquistato di nuovo la nostra indipendenza geografica e politica. La nostra terra è nelle nostre mani, abbiamo sconfitto la coalizione che ha occupato il nostro paese".

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