Il piano di Trump per trattare sui dazi (ma senza la Cina)

La Casa Bianca si prepara a trattare sui dazi. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, l'amministrazione americana ha messo a punto una tabella di marcia per snellire e velocizzare le trattative sulle tariffe imposte da Donald Trump.
I dazi reciproci colpiscono oltre sessanta Paesi e trattare singolarmente con ognuno di essi potrebbe essere parecchio complicato, oltre che richiedere un ingente numero di funzionari preparati alla situazione. Per questo motivo, Washington avrebbe deciso di preparare una ‘roadmap', uno schema da seguire nei dialoghi con i partner commerciali.
In particolare, secondo quanto emerge, l'amministrazione ha definito le categorie su cui trattare, dai dazi alle barrire non tariffarie (normative, burocrazia eccetera), dal commercio digitale alla sicurezza economica. All'interno di queste categorie i funzionari inseriranno le richieste specifiche per ogni Paese. La tabella sarà usata per trattare con i 18 maggiori partner commerciali americani a rotazione: sei nella prima settimana, altri sei nella seconda, poi nella terza e così via per i prossimi due mesi fino all'8 luglio. Questa data infatti, rappresenta il termine della pausa di 90 giorni stabilita da Trump, dopo la quale, al netto di eventuali ulteriori sospensioni, scatteranno i dazi reciproci per i Paesi con cui non si sia trovata un'intesa.
Non è chiaro quali Paesi facciano parte del primo elenco dei 18 individuato dalla Casa Bianca, ma da questo disegno resterebbe fuori la Cina, colpita da tariffe al 145% e che Trump vorrebbe isolare. Tuttavia, alcuni si sarebbero già sfilati dal blocco economico nei confronti di Pechino. Secondo l'agenzia Bloomberg, il Giappone, che sta cercando di ottenere qualche esenzione dai dazi imposti alle auto, si sarebbe opposta al pressing commerciale nei confronti dell'alleato cinese.
Sul fronte occidentale invece, i colloqui con l'Unione europea, raggiunta da tariffe al 20%, appaiono ancora lontani dal concludersi. Ieri durante il funerale di Papa Francesco, Donald Trump e Ursula Von der Leyen si sono incrociati e un tavolo potrebbe tenersi presto. "Penso che dovremo vederci. Non è vero che non voglio incontrarvi", ha scherzato il tycoon. Tra maggio e giugno sono previsti appuntamenti importanti, come il G7 in Canada o il vertice Nato all'Aja, che potrebbero offrire ai leader l'occasione per trovare un accordo.
Per ora, tuttavia, sembra prevalere il pessimismo. Valdis Dombrovskis ha descritto un lavoro sui dazi ancora tutto in salita "L'amministrazione del presidente Trump ha dato prova di volersi impegnare e i negoziati sono in corso, non posso prevederne l'esito perché c'è ancora molto lavoro da fare. Tuttavia, da parte dell'Ue preferiamo una soluzione negoziata", ha dichiarato il commissario Ue per l'Economia, Valdis Dombrovskis, in un'intervista alla Cnn a Washington dopo l'incontro con il segretario del Tesoro Usa Scott Bessent. "Abbiamo uno stop temporaneo di 90 giorni dei cosiddetti dazi reciproci, anche da parte dell'Ue" e "dobbiamo sfruttare questa finestra temporale per raggiungere un accordo negoziato e reciprocamente accettabile", ha evidenziato. "È importante progredire rapidamente perché il tempo corre".
Dombrovskis ha descritto una situazione "asimmetrica". "Già ora ci troviamo a fronteggiare i dazi Usa al 25% su acciaio e alluminio, su auto e componenti, mentre da parte nostra non sono stati imposti dazi aggiuntivi agli Stati Uniti", ha detto ricordando che l'Ue ha messo sul tavolo "dazi zero sui beni industriali" e "più acquisti di gas naturale dagli Stati Uniti", oltre a "una maggiore cooperazione nel settore energetico"