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Il Partito comunista cinese contro “i pericoli occidentali”

Un documento interno al Partito comunista cinese mette in guardia dai sette “pericoli della società Occidentale”. E’ il segno della stretta repressiva della politica del presidente Xi Jinping.
A cura di Gaia Bozza
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Sono sette i pericoli occidentali: "la democrazia costituzionale", "l'universalità dei diritti umani", "l'indipendenza dei media", "l'idea di partecipazione", "il liberismo sfrenato" e "le critiche nichiliste al passato del Partito comunista cinese". Così si legge nel documento numero 9, reso noto dal New York Times: un memo interno al Partito comunista cinese, il manifesto della nuova politica promossa dal presidente Xi Jinping. Di fatto, una stretta contro critici e oppositori.

Il documento mette in guardia dalle "forze ostili" dell'Occidente, perché i dissidenti si stanno costantemente "infiltrando nella sfera ideologica". Il memo, non ancora pubblico, avrebbe già determinato un cambiamento consistente nella politica interna del regime cinese. Giornali, tv e web controllati dal Pcc si scagliano duramente contro il costituzionalismo e la società civile. Persino le critiche su siti e forum sono poste sotto stretto controllo e due attivisti per i diritti dei cittadini sono stati arrestati nelle scorse settimane. Ma sono solo gli ultimi in ordine di tempo, perché la repressione contro la stampa libera si è scatenata ad inizio agosto: il giornalista Xiao Shu e il blogger Zhou Lubao sono stati arrestati. Xiao è uno dei commentatori più conosciuti e apprezzati in Cina: ha sfidato audacemente la censura più volte con i suoi articoli pubblicati dalle riviste più coraggiose del Sol Levante, come Southern Weekend e Yanhuang Chunqiu. E proprio il sito web di quest'ultima testata è stato chiuso nei giorni scorsi.  Ancora più inquietante la vicenda che relativa a Zhou, scomparso dopo essere andato a Pechino per essere interrogato dalla polizia.

Non è tutto: proprio pochi giorni fa è stato diffuso un nuovo regolamento sulla censura per i programmi televisivi: i canali tv dovranno presentare in anticipo i progetti dei programmi e registrarli due mesi prima della messa in onda, per permettere alla censura di valutare e bloccare trasmissioni giudicate sfarzose, sensazionaliste o comunque inappropriate o lontane da "arricchimenti spirituali ed estetici" ed evitare programmi "fatti con lo stampino", promuovendo invece la frugalità.  Tra le "idee pericolose" citate dal documento 9, colpisce soprattutto il liberismo sfrenato, visto che la Repubblica popolare cinese ha coniugato, caso unico al mondo, la filosofia del partito unico con l'allentamento dei vincoli dell'economia di stato in nome della crescita economica, che via via si è fatta imponente.

Nell'ottica di uno stretto controllo su idee e persone del partito, giovedì avrà luogo "il processo del secolo": imputato Bo Xiliai, ex segretario del partito di Chongqing, la municipalità più grande del mondo. E' accusato di corruzione, appropriazione indebita e abuso di potere, reati per i quali potrebbe essere anche condannato a morte e che avrebbe commesso mentre era sindaco di Dalian, intascando oltre 3 milioni di euro.

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