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Il Parlamento europeo chiede di considerare l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue

Con il via libera del Parlamento europeo si invita a iscrivere l’Ucraina nella lista dei Paesi candidati a entrare nell’Unione europea, ma l’iter è ancora lunghissimo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il Parlamento europeo ha dato il via libera alla risoluzione che prevede tutta una serie di impegni, tra cui quello – per la Commissione Ue presieduta da Ursula Von der Leyen – di considerare l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea.

Nel testo, approvato con 637 voti a favore 13 contrari e 26 astenuti, il Parlamento chiede che "le istituzioni dell'Unione si adoperino per concedere all'Ucraina lo status di paese candidato all'adesione all'Ue". Nella mozione votata oggi in assemblea plenaria il Parlamento chiede anche "sanzioni più severe contro la Russia" e intima al Cremlino di "porre fine immediatamente a tutte le attività militari in Ucraina". Contro la mozione hanno votato solo in 13, tra cui l'eurodeputata ex Lega, Francesca Donato.

Questo non significa che l'ingresso dell'Ucraina avverrà in tempi stretti, o almeno non in tempi che possano in qualche modo influenzare l'andamento della guerra in cui è coinvolta. Anche perché l'Europarlamento ha approvato una risoluzione che, all'articolo 34, dice:

invita le istituzioni dell'Unione ad adoperarsi per concedere all'Ucraina lo status di paese candidato all'adesione all'UE, in linea con l'articolo 49 del trattato sull'Unione europea e sulla base del merito e, nel frattempo, a continuare ad adoperarsi per la sua integrazione nel mercato unico dell'Unione in virtù dell'accordo di associazione;

Insomma, quella del Parlamento europeo è una richiesta – diretta alla Commissione, dicevamo – che, se accettata, comporterebbe l'iscrizione dell'Ucraina alla lista dei Paesi candidati all'ingresso nell'Unione. Per capirci, in quella lista ora ci sono cinque Paesi: la Turchia dal 1999, la Macedonia del Nord dal 2004, il Montenegro dal 2010, la Serbia dal 2012 e l'Albania dal 2014. I tempi, come è evidente, sono abbastanza lunghi. Per decidere di forzare la mano servirebbe comunque il consenso di tutti i Paesi membri – che non sembra esserci al momento – ma verrebbe aperto anche un precedente importante nella storia dell'Ue. Per entrare nell'Unione bisogna sottoporsi a una serie di riforme sotto l'occhio vigile della Commissione. Ci sono Paesi che ci provano da tempo ma non hanno ancora superato quello step.

Tutto questo, in verità, ha un significato più politico che pratico: si tratta di mandare un messaggio a Putin, sostanzialmente. Ma nessuno crede nella reale fattibilità della cosa, al momento. "Vorrei sentire da parte vostra che la scelta dell'Ucraina verso l'Europa venga incoraggiata – ha detto questa mattina Zelensky in collegamento con l'EuroparlamentoVogliamo essere membri a pari diritti dell'Ue. Stiamo dimostrando a tutti che questo è quello che siamo". E a chiesto a tutti gli europei di "provare che siete con l'Ucraina".

Le risposte sono state abbastanza fredde, soprattutto rispetto ai toni degli ultimi giorni: "Siamo già più vicini che mai – ha spiegato Von der Leyen – C'è ancora una lunga strada da percorrere, ma sono sicura che nessuno in questo emiciclo può dubitare che un popolo che difende così coraggiosamente i nostri valori europei appartenga alla nostra famiglia". Sulla richiesta di adesione dell'Ucraina all'Ue "dovremo essere all'altezza del momento – ha detto Michel – l'allargamento è un tema difficile, ci sono opinioni diverse" ma la domanda di Kiev "è simbolica, politica, forte e credo legittima".

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