Il paracadute non si apre: lancio di aiuti umanitari uccide cinque persone a Gaza
Cinque persone sono state uccise e 10 ferite a Gaza dopo che il paracadute di un pacco di aiuti umanitari lanciato da un aereo non si è aperto correttamente, finendo per schiacciare un piccolo gruppo di palestinesi sul tetto di un edificio. Il lancio è avvenuto a nord del campo profughi costiero di Al-Shati.
Un testimone ha raccontato che lui e suo fratello avevano seguito gli aiuti lanciati dal cielo nella speranza di ricevere "un sacco di farina". "Poi, all'improvviso, il paracadute non si è aperto ed è caduto come un razzo sul tetto di una delle case", ha detto l'uomo. "Dieci minuti dopo ho visto persone che trasportavano morti e feriti, che si trovavano proprio sul tetto dell'abitazione su cui è piombato il pacco di aiuti".
Gli Stati Uniti e la Giordania sono tra i Paesi ad aver effettuato lanci aerei nel nord di Gaza, dove centinaia di migliaia di persone si trovano ad affrontare condizioni terribili dopo più di cinque mesi di guerra e il sostanziale blocco delle forniture via terra da parte di Israele.
Riferendosi alle cinque persone uccise venerdì, l’ufficio stampa del governo di Gaza ha affermato che i lanci aerei sono “inutili” e "non sono il modo migliore per far arrivare gli aiuti", aspetto che nei giorni scorsi è stato evidenziato anche da Amnesty International.
Anche le Nazioni Unite hanno affermato che i lanci aerei o un corridoio di aiuti marittimi non possono sostituire le consegne via terra, sollecitando Israele a permettere a un numero maggiore di camion di raggiungere Gaza attraverso i valichi di frontiera. Lo ha detto Sigrid Kaag, coordinatrice degli aiuti Onu per il territorio palestinese dopo una riunione del Consiglio di Sicurezza a porte chiuse. Il suo messaggio al Cds, ha sottolineato, è che la comunità internazionale deve "inondare il mercato di Gaza con beni umanitari" e "rinvigorire il settore privato" in modo che possano entrare più beni commerciali per soddisfare le esigenze dei civili. "La riconversione dei modi di approvvigionamento via terra rimane la soluzione ottimale – ha affermato – È più facile, più veloce, più economica, soprattutto se sappiamo che dobbiamo sostenere l'assistenza umanitaria agli abitanti della Striscia per un lungo periodo di tempo".