Il Papa benedice la parlamentare della “pena di morte per i gay” in Uganda
L'Uganda è uno dei 36 paesi al mondo dove l’omosessualità è considerata un reato. Per "debellare" questo "male" il governo dello stato africano ha pensato bene di votare una legge in parlamento che autorizzi la pena di morte per i recidivi, ovvero coloro che dovessero continuare a tenere “comportamenti sessuali devianti”. La portavoce degli onorevoli ugandesi, Rebecca Kadaga, ha dichiarato di voler approvare l'Anti-Homosexuality Bill entro Natale come “regalo” per i suoi sostenitori. Oggi è stata ricevuta da Benedetto XVI presso la Basilica di San Pietro. La donna ha consegnato a Joseph Ratzinger un ritratto dei Martiri dell’Uganda del Santuario di Namugongo, teatro di un violenta repressione religiosa da parte dei musulmani. Il Santo Padre le ha dato la benedizione. Il tutto, proprio nel giorno in cui, nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace, il Papa ha definito i tentativi di accomunare le nozze gay a quelli fra uomo e donna «un’offesa contro la verità della persona umana» e «una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace».
In Uganda la legislazione riguardante l'universo LGBT è fortemente repressiva. Dal 2004 sulla Costituzione è stato apposto nero su bianco il divieto alle tra persone dello stesso sesso e i rapporti tra gay vengono puniti con quattordici anni di carcere. C'è comunque da dire che il presidente ugandese Yoweri Museveni ha sempre puntualmente bocciato la riforma, proposta ciclicamente dal 2009, per non screditare l'immagine del Paese con una misura considerata quanto meno omofobica. Contro la legge anti-gay anche la petizione online promossa dalla web community Avaaz.org; “Ultime ore per fermare l’orribile legge anti-gay in Uganda” si legge sulla homepage. “Chiediamo ai leader dell’Uganda e ai suoi maggiori paesi partner di unirsi a noi nel condannare ogni persecuzione e difendere i valori della giustizia e della tolleranza”, si legge nel testo della proposta.