Il Padre Nostro cambia: modificata la frase “non ci indurre in tentazione”
Il Padre Nostro potrebbe cambiare? In Francia sì, secondo il quotidiano Slate: la preghiera più importante per i cristiani (di ogni derivazione: cattolici, protestanti, ortodossi…) potrebbe subire una live, ma sostanziale, modifica rispetto alla formula varata dal Concilio Vaticano II, nel 1965. La frase incriminata è "E non ci indurre in tentazione", che verrà trasformata in "Non farci cadere in tentazione". Un cavillo, poco più, certo, ma su questo si stanno dando battaglia da 17 anni la bellezza di 70 traduttori e interpreti biblici, che hanno analizzato a fondo testi antichissimi scritti in aramaico, ebraico e greco. La nuova formula verrà adottata dai Vescovi in Francia a partire dall'8 novembre.
Ma perché cambiare il Padre Nostro? E perché proprio in quella frase? Bisogna fare un passo indietro. Secondo i vangeli Cristo trascorse 40 giorni nel deserto, dove fu tentato da Satana e resistette alle sue lusinghe di superbia, potere, possesso… Inoltre Gesù disse ai suoi discepoli nel Giardino del Getsemani, la notte prima di essere crocifisso, "Pregate per non cadere in tentazione". Dunque, per gli studiosi, non è Dio a indurre in tentazione. Semmai Dio invita a non "cadere in tentazione". La differenza, evidentemente, è sostanziale. Diversi teologi negli anni si sono interrogati sulla prima formula del Padre Nostro, qualcuno ritenendo il passaggio incriminato addirittura una "blasfemia". Già, perché se Dio è immensamente buono, come può indurre gli uomini in tentazione? Da questo ragionamento, dopo anni e anni di discussioni, la decisione dei vescovi francesi di apportare la modifica, almeno nella loro lingua. Dunque, per essere esatti, i francofoni tra qualche giorno pregheranno sostituendo "Et ne nous soumets pas à la tentation" con "Et ne nous laisse pas entrer en tentation".