Il nucleare in Francia non è sicuro, lo dimostra Greenpeace
Ancora una volta gli attivisti di Greenpeace riescono a catalizzare l'attenzione dei media internazionali. Dopo le polemiche con la Mattel (complici le sue Barbie) per la deforestazione in Indonesia e con Nike e Adidas in nome della difesa delle acque in Thailandia, la nuova, spettacolare operazione della più importante associazione per l’ambiente è avvenuta stamattina alle 6 nella centrale nucleare di Nogent-su-Seine, a 95 chilometri da Parigi.
A ben vedere l'iniziativa di spettacolare non ha poi tanto. Perlomeno per quel riguarda la facilità con cui il gruppo di attivisti è riuscito a penetrare nel sito francese. «Semplici militanti, con intenzioni pacifiche, sono riusciti con pochi mezzi a raggiungere il cuore di una centrale nucleare», questo l'annuncio che campeggia sulla pagina web dell'organizzazione ambientalista. L'obiettivo era dimostrare quanto «le centrali nucleari francesi siano vulnerabili» e che «non esiste un nucleare sicuro», come si legge nel comunicato. L' intrusione è stata confermata dalla polizia, secondo cui il gruppo era formato da otto persone, alcune pure arrestate.
Il ministro francese dell’Industria, Eric Besson, ha asserito che se le indagini confermeranno l’azione degli ambientalisti, ciò vorrà dire che «qualcosa non ha funzionato e sarà necessario prendere dei provvedimenti affinché non capiti ancora». Dello stesso avviso è Henri Guaino, consigliere speciale del presidente Nicolas Sarkozy, che, pur reputando il gesto degli attivisti come «irresponsabile», è pur vero che «deve far riflettere sulla sicurezza degli accessi alle centrali nucleari».
C'è da dire che Greenpeace, che quest'anno compie 40 anni, ha fatto sapere di avere inviato propri militanti in altri impianti nucleari oltre a quello di Nogent-sur-Seine. Tentativi di penetrazione sono stati infatti registrati in nottata in altri due siti transalpini, a Blaye e a Cadarache. Un bella soddisfazione per il movimento d’Oltralpe che da sempre si batte per denunciare i rischi derivanti dall'atomo. Questione, peraltro, in questi giorni al centro del dibattito politico anche in vista delle prossime presidenziali francesi. Sarkozy difende strenuamente la soluzione nucleare, e minaccia un “ritorno alla candela” in caso di vittoria della sinistra. I Verdi puntano il dito contro il capo dello stato, reo di avere una posizione “caricaturale”.
Ma la sensazione è che i fatti sia ben più complessi di come appaiono: la "violazione" di Nogent-su-Seine potrebbe avere a che fare con la recente condanna di Edf, il gigante per la produzione di elettricità in Francia, colpevole di aver spiato i computer di Greenpeace. Una specie di regolamento di conti, dunque, che però getta nuovamente luce su una questione di importanza cruciale.