Il motore del catamarano si rompe: salvato dopo 67 giorni alla deriva in Siberia, morti fratello e nipote

È la storia di Mikhail Pichugin, 46 anni, partito a inizio agosto e salvato lunedì 14 ottobre da un peschereccio. Durante il viaggio in mare, si è guastato il motore ed è rimasto alla deriva. Ritrovati morti il fratello e il nipote.
A cura di Giovanni Turi
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Il momento del salvataggio di Mikhail Pichugin dopo 67 giorni nel mare di Okhotsk (credits: Reuters)
Il momento del salvataggio di Mikhail Pichugin dopo 67 giorni nel mare di Okhotsk (credits: Reuters)

Era andato a osservare le balene nel gelido e burrascoso mare di Ochotsk in Siberia con il fratello e il nipotino. Poi il però il motore del suo piccolo catamarano si è guastato. Per oltre due mesi ha dovuto sopravvivere in mare aperto. Lunedì 14 ottobre l'uomo è stato salvato da un peschereccio al largo della penisola russa orientale di Kamchatka.

È la storia di Mikhail Pichugin, 46 anni, di origini russe. All'inizio di agosto l'uomo aveva intrapreso un viaggio nelle acque del mare di Ochotsk per osservare gli immensi mammiferi acquatici insieme al fratello di 49 anni e il nipote di 15. Stando alle ricostruzioni dei media locali, i tre si sarebbero spinti alle isole Sachalin, lungo la costa nord-occidentale del mare dalle temperature molto basse.

Mentre stavano rientrando all'isola di Sachalin nell'Oceano Pacifico settentrionale, però, all'improvviso il trio è scomparso dal monitoraggio. Il motore del catamarano si era guastato, lasciandolo alla deriva, a distanza di 625 miglia dalla costa. Nonostante il lancio di qualche tentativo di salvataggio, nessuno riusciva più a localizzarli. A bordo avevano soltanto una piccola scorta di cibo e 20 litri di acqua potabile, oltre a giubbotti di salvataggio e qualche razzo. Quanto bastava per un viaggio di pochi giorni in mare.

Dopo un mese di ricerche senza sosta, le autorità pensavano che fosse improbabile la loro sopravvivenza. Ci sono voluti ben 67 giorni affinché l'equipaggio del peschereccio Angel si imbattesse nell'imbarcazione. All'inizio, osservando dal radar, l'idea era che fosse una boa. Ma con l'accensione delle luci riflettenti è stato avvistato un uomo con un giubbotto di salvataggio addosso che ha cominciato a gridare: "Venite qua!".

Nel momento in cui veniva tirato su e portato in salvo, Pichugin ha detto "Non ho più forze". Pesava appena 50 chilogrammi al suo ritrovamento: avrebbe perso metà del proprio peso corporeo durante i lunghi giorni in mare. Il fratello e il nipote sono morti e i loro corpi sono stati trasporti nel corso dell'intero tragitto. L'uomo, tuttavia, non è riuscito a spiegare né come è riuscito a sopravvivere così tanto né la tragica fine dei suoi parenti. Per questo i magistrati hanno avviato un'indagine sui fatti con l'accusa di violazione delle norme di sicurezza.

L'ex moglie di Pichugin, Ekaterina Pichugina, 38 anni, con cui ha una figlia, si è detta sollevata non appena è stato ritrovato: "Quando mi hanno detto che Mikhail era vivo, ho subito pensato che fosse un miracolo". Il sopravvissuto è stato portato nella città di Magadan, dove ha ricevuto assistenza medica. Le sue condizioni sono stabili.

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