Il mistero della sindrome dell’Avana che sta colpendo anche diplomatici a Berlino
Casi sospetti della cosiddetta "sindrome dell’Avana" segnalati tra il personale dell'ambasciata Usa a Berlino. È su quanto sta indagando la polizia tedesca secondo cui i primi episodi di "presunti attacchi con arma sonica" sono avvenuti già lo scorso agosto. Il dipartimento di Stato americano ha rifiutato di confermare i casi a Berlino, affermando però che indagare sugli “incidenti sanitari anomali” era una priorità. La notizia dell’attacco al personale dell’ambasciata Usa a Berlino è arrivata dopo l’arresto di David Smith, un impiegato dell’ambasciata britannica nella capitale tedesca, con l’accusa di aver venduto informazioni alla Russia. Uno dei due colpiti del personale statunitense lavorava al programma di indagine sugli attacchi informatici russi. L’altro invece, a quanto emerso, si occupava del gasdotto Nord Stream 2. Bild scrive che i funzionari sono stati rimandati negli Stati Uniti.
Il misterioso malessere negli ultimi cinque anni ha colpito decine di diplomatici. Oltre 200 i funzionari americani che hanno avvertito la sindrome dell’Avana dal 2016 a oggi. La sindrome provoca una sensazione di pressione nella testa, strani ronzii provenienti da una particolare direzione, vertigini, nausea e affaticamento. Malori che, secondo quanto ipotizzato in questi anni, potrebbero essere causati da attacchi che utilizzano energia a radiofrequenza come le radiazioni a microonde. È accaduto sia nella capitale cubana che all’estero. Venerdì il presidente americano, Joe Biden, ha firmato una legge per garantire una migliore assistenza sanitaria e finanziaria, promettendo che sarà rintracciata "la causa e il responsabile".