Il ministro Lavrov dice che la Russia non sta minacciando una guerra nucleare
La Russia non sta minacciando la guerra nucleare. A sottolinearlo è stato questa sera il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, che se l'è presa con i Paesi occidentali che "stanno iniziando a parlarne". In un'intervista ad al-Arabiya il capo diplomatico del Cremlino ha spiegato: "Fin dall'inizio della nostra cooperazione con l'amministrazione Trump abbiamo offerto loro di riaffermare la tesi di Reagan-Gorbaciov del 1997 secondo cui non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare e che quindi non dovrebbe mai essere scatenata". Insomma, per Lavrov la minaccia nucleare russa non esiste, anzi.
"Non ci consideriamo in guerra con la Nato – ha poi continuato Lavrov – perché questo aumenterebbe i rischi di quanto appena discusso", ovvero l'inizio di una guerra nucleare. "Purtroppo, però, c'è la sensazione che la Nato creda di essere in guerra con la Russia", ha aggiunto citando le "dichiarazioni dei vertici dell'Alleanza Atlantica, degli Stati Uniti e dei leader europei, in particolare in Gran Bretagna, Polonia, Francia e Germania, i quali dicono che la Russia deve essere sconfitta".
Quanto ai possibili negoziati di pace – o quantomeno di tregua – con l'Ucraina, il ministro russo è stato pessimista: "Se fossero negoziatori onesti, se si impegnassero passo dopo passo in ciò che hanno concordato, potremmo fare progressi significativi in questi negoziati e all'Ucraina verrebbero fornite garanzie di sicurezza da un certo numero di Paesi – ha spiegato Lavrov – inizialmente i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania e la Turchia, forse qualcun altro. Noi non avevamo nulla in contrario". Secondo quanto spiegato dal ministro, il problema sarebbe la richiesta di Kiev di estendere la protezione di questi Paesi garanti anche ai territori del Donbass e della Crimea.
Poi Lavrov ha mandato un messaggio chiaro all'Occidente: "Non vi aspettate che la Russia chieda perdono e capitoli davanti alle sanzioni", ha detto. E a proposito delle mosse per cercare di affossare l'economia di Mosca, il ministro degli Esteri ha sostenuto che "la maggior parte dei partner chiave della Russia che acquistano gas sono già passati al metodo di pagamento in rubli". Quali siano questi Paesi, però, non si sa. Per ora dall'Europa sono arrivate solo smentite.