Il ministro degli Esteri del Giappone si dimette per una donazione di 450 euro
C'è che si dimette per uno scandalo da 450 euro. Il ministro giapponese degli Esteri, Saiji Maehara, ha deciso di rinunciare al suo incarico dopo aver ammesso di aver ricevuto una donazione da una cittadina sudcoreana, residente in Giappone da molti anni, contravvenendo alla legge nipponica, come informa la stampa del paese del sol levante. Le dimissioni di Maehara, già ministro dei Trasporti, 48 anni, saranno accettate dal primo ministro Naoto Kan, che si recherà oggi nella sua residenza, in quello che sarà un notevole ed ulteriore passo indietro per il suo governo di centro-sinistra, la cui popolarità supera appena il 20% nei sondaggi popolari. Infatti, il capo della diplomazia giapponese è stata una delle figure di spicco per l'ascesa al potere del Partito Democratico del Giappone ed uno dei favoriti a succedere a Naoto Kan.
Il ministro ha riconosciuto di aver ricevuto una donazione di 50.000 yen (450 euro) da una donna della Corea Del Sud, residente in Giappone, proprietaria di un ristorante a Kyoto, provincia che il politico rappresenta nella Dieta (il Parlamento giapponese). La donazione in questione viola la Legge di Controllo dei Fondi Politici del Giappone, che impedisce le donazioni da parte di persone o imprese straniere ai politici nipponici per impedire che influiscano sulla politica locale. Maehara ha detto di essersi lasciato influenzare da questa donna che conosce dalla sua infanzia, ma il partito conservatore all'opposizione ha chiesto lo stesso le sue dimissioni per aver violato la legge.
Secondo il Partito Liberale Democratico dell'opposizione, negli ultimi anni la donatrice ha trasferito 200.000 yen (1.735 euro) a Seiji Maehara, inizialmente aveva chiarito di non avere nessuna intenzione di dimettersi in quanto non era a conoscenza della donazione, ha poi deciso di rinunciare all'incarico. Diventa sempre più complicata la situazione del governo giapponese, che deve fare i conti oltre che con il sorpasso della Cina nella classifica delle maggiori economie mondiali e con il calo dei consensi, anche con la perdida del controllo del Senato, che permette all'opposizione di bloccare parte delle sue iniziative legislative.