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Perché il miele pazzo dell’Himalaya è così ricercato e quanto costa un vasetto

Lo youtuber Ruhi Çenet si è recato in Nepal per raccontare la storia del miele allucinogeno raccolto, a rischio della propria vita, dalle tribù del posto. Si tratta di un prodotto rarissimo che, se assunto in ingenti quantità, può diventare tossico e causare un avvelenamento.
A cura di Biagio Chiariello
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Nelle remote montagne del Nepal, le tribù Gurung raccolgono un miele molto raro con effetti allucinogeni, dovuti alla presenza di graianotossina, una tossina presente in alcune piante della famiglia delle Ericaceae, come le azalee e i rododendri.

Il risultato è un prodotto molto più scuro rispetto al miele tradizionale, di colore rossastro, che agisce come uno stupefacente. Lo youtuber Ruhi Çenet si è recato nelle alture dell'Himalaya per scoprirne i segreti, arrivando persino a provare un po' di questo "miele pazzo".

Il miele pazzo è prodotto dall’Apis laboriosa, l'ape mellifera più grande al mondo (tre volte la dimensione di un’ape operaia media) e dotata di pungiglioni lunghi che possono penetrare facilmente gli indumenti. La superficie del favo è ricoperta da uno strato nero di api, composto da circa 100.000 esemplari. Ogni colonia costruisce un singolo favo verticale, esposto su scogliere, che può raggiungere fino a un metro di lunghezza.

Come viene raccolto il miele pazzo

Per raccogliere questo miele, la stagione principale è la primavera, ma la raccolta avviene anche alla fine dell'autunno. I raccoglitori affrontano rischi estremi, non solo per le numerose punture d’api, ma anche per l’altezza vertiginosa che devono raggiungere. La tecnica tradizionale consiste nel costruire una sorta di scala fatta di corde di bambù, che può superare i 30 metri. A volte, aggiungono anche una corda di sicurezza per una maggiore protezione.

Una volta giunti all’altezza del favo, i raccoglitori devono avanzare lungo i bordi per avvicinarsi abbastanza da colpire il favo con un lungo bastone di bambù, di circa 7 metri, che portano con sé durante tutta l’ascesa.

Per calmare le api, inoltre, i raccoglitori bruciano alcune erbe che producono fumo, così da confondere gli insetti e ridurre le punture. Per quanto sia praticamente impossibile restare indenni.

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Quanto costa il miele dell'Himalaya

Le grainotossine di cui è composto il miele provengono dal nettare dei fiori di rododendro sull'Himalaya. Alle api occorrono circa 4 milioni di visite ai fiori per produrre solo un chilogrammo di miele. Un'ape operaia media produce circa un ventesimo di un cucchiaio di miele in tutta la sua vita.

Quindi non sorprende che i circa 200 grammi di miele pazzo di questo raccolto che ha la più alta quantità di grainotossine siano attualmente venduti sul mercato a 400 dollari. Tuttavia è un fatto triste che questi cacciatori guadagnino meno di 50 dollari a persona vendendo chili e chili di miele.

Gli effetti psichedelici delle grainotossine

Queste tossine possono distorcere i sensi in modi inimmaginabili. Se preso in piccole quantità, il miele pazzo può essere inebriante e anche rilassante, in grado di regalare una sensazione di vertigine e formicolio. Quando però si esagera, può essere tossico.

"Quando ti ‘ubriachi' con questo miele sei come morto per 12 ore. Non riesci a muovere il tuo corpo. E basta anche una minima quantità" dice uno dei lavoratori. "Ma prenderne ‘la dose giusta' può aiutare a restare mentalmente più attivi, a lavorare di più e aumentare la concentrazione", assicura.

La leggenda del miele allucinogeno dell'Himalaya

Nel 2019, la Commissione Europea ha anche considerato di vietare la vendita di Mad Honey nell’Unione Europea proprio a causa del suo contenuto di graianotossina.

Il miele pazzo è considerato la prima arma biologica conosciuta. Nel '67 A.C. quando i romani invasero la regione del Mar Nero, i soldati del regno del Ponto, in Anatolia, piazzarono dei favi lungo il percorso dell'esercito. I romani non resistettero: si ubriacarono, persero la guardia e la loro vita finì tragicamente.

Alcuni testi antichi, come quelli descritti da Senofonte, dimostrano che già nel 401 a.C., i soldati greci ebbero contatti con questo miele: trovarono numerosi favi sul loro cammino e ne provarono il miele. Rimasero incapaci di muoversi, persero i sensi, vomitarono per giorni prima di riprendersi.

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La prova del miele allucinogeno

Ruhi Çenet decide di provare il miele pazzo per sperimentarne gli effetti. Tra i primi sintomi c'è stato quello dell'abbassamento della temperatura corporea. Poi la tosse, il formicolaio e l'intorpidimento degli arti.

Nel corpo umano, infatti, la graianotossina disturba l'attività dei canali del sodio nelle membrane cellulari e impedisce ai neuroni e alle cellule muscolari di comunicare e funzionare correttamente. Successivamente è subentrata la cefalea, la nausea, i dolori articolari e la temperature del corpo si è rapidamente alzata. Ad un certo punto ha cominciato a vomitare.

Solo dopo 24 ore il suo organismo ha espulso completamente le tossine.

Ruhi Çenet assaggia il miele pazzo
Ruhi Çenet assaggia il miele pazzo

Il miele pazzo non è facile da trovare. Richiede individui abili e coraggiosi per raccoglierlo dagli alveari sulle scogliere. I Gurung preservano una ricca eredità culturale che sicuramente andrebbe tramandata alle generazioni future.

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