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Il mercato delle bimbe influencer e la rete di pedofili che pagano in cerca di foto di minori

Un’inchiesta del New York Times in Usa ha portato alla luce una vera e propria rete dedita alla produzione e commercializzazione di immagini sessualizzate di aspiranti influencer bambine spesso col coinvolgimento più o meno consapevole delle madri, con effetti devastanti sulle minorenni.
A cura di Antonio Palma
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Da tempo ormai sui social c’è un proliferare di profili che mostrano prevalentemente minori e addirittura bambini seguitissimi in varie attività ma, accanto ad account innocenti, purtroppo vi è un mercato parallelo di bimbe influencer sfruttate da una rete di pedofili che pagano in cerca di foto esplicite e sessualizzate di minori. È quanto emerge drammaticamente da una inchiesta del New York Times in Usa che ha portato alla luce un fenomeno purtroppo esteso ma ancora molto poco indagato dalle autorità di polizia.

Da alcune inchieste e dai documenti depositati nei vari tribunali statunitensi, è emersa una vera e propria rete dedita alla produzione e commercializzazione di immagini sessualizzate di influencer bambine. Spesso si tratta di account social gestiti dalle stesse mamme delle piccole, attirate da presunti fotografi o esperti social e convinte, più o meno consapevolmente, a far posare le figlie in scatti ipersessualizzati e a volte anche espliciti. Per utilizzare Facebook e Instagram, infatti, è richiesta un’età minima di 13 anni, ma le piattaforme permettono la gestione di account di minori da parte dei genitori.

Il Times nel corso dei mesi ha esaminato migliaia di account Instagram e tracciato mesi di conversazioni di pedofili dichiarati su Telegram, scoprendo decine di uomini che offrivano servizi alle baby influencer, sia come attività commerciale sia come hobby dichiaratamente per scopo sessuale. Il meccanismo di coinvolgimento, raccontato dalle vittime e dalle indagini americane, è sempre lo stesso. Uomini adulti che avvicinano le madri delle bimbe facendo leva sul loro desiderio di notorietà e soldi per spingerle a mostrare le figlie in atteggiameli sempre più spinti.

Una delle tecniche è inviare messaggi alle madri su Instagram, chiedendo di acquistare foto aggiuntive non presenti sui loro account. Le richieste all'inizio sembrano soldi facili e sicuri per foto innocue ma in realtà nascondono un intento sinistro.

In alcuni casi le madri pensano si tratti solo di foto vendute a riviste nella speranza che le piccole possano aprirsi una strada nel mondo della moda ma le inchieste giudiziarie hanno dimostrato che diverse di loro in realtà erano consapevoli di vendere foto di nudo a pedofili. Il principale mercato di queste foto, infatti, sono gruppi di pedofili con i quali fotografi e presunti esperti web sono in contatto.

Alcuni dei predatori cercano di sviluppare relazioni personali o romantiche con le madri per ottenere accesso alle loro figlie. Altri uomini addirittura si sono spacciati per esperti in grado di proteggere le minori da altri pedofili, sostenendo di avere una conoscenza speciale su come navigare nel lato oscuro del web. L'attrattiva iniziale più potente per le madri però resta il denaro, con alcune foto vendute a decine di migliaia di dollari con conseguenze devastanti per le bimbe.

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