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Il lungo viaggio di Olisa, tra i migranti invisibili di Atene: “Vorrei solo essere un uomo felice”

In piazza Victoria Square ad Atene è un crocevia di “invisibili”. Uomini, donne, bambini in viaggio da anni per entrare in Europa, per cercare aiuto. Olisa, trentenne nigeriano, è uno di loro, un richiedente asilo che ha subito violenze di ogni genere e cerca “una vita tranquilla, normale, per non dare fastidio a nessuno”.
A cura di Elia Cavarzan
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Parla con la voce tremante, tossisce spesso, ha mal di pancia. Di fronte a lui c'è Annachiara Sarto, direttrice di Protection4kids Italia, si occupa di tutela dei minori in molte aree di crisi in Europa e Asia. "Sono partito dalla Nigeria perché non esistevano più le città, non c'era più salvezza per me e la mia famiglia". Olisa ha viaggiato per anni. Ha subìto torture, violenze di ogni genere. Ma lui ci tiene a spiegare che quello che gli ha fatto più male è stato lo sguardo delle persone. Anche quello è capace di togliere la dignità di un uomo e di una donna.

Al 16 di maggio, secondo i dati UNHCR, la situazione greca riscontrava una popolazione di oltre 12 mila richiedenti asilo e rifugiati:  il 78% di questi, risiedono nei cosiddetti hotspot di Reception and Identification Centers. Metà di questi 12 mila sono afgani, poi ci sono i siriani (14%) e somali (8%). Olisa, è uno dei pochi fortunati che è riuscito a raggiungere le porte dell'Europa partendo dall'Africa centrale. Ha camminato per buona parte della sua vita. Otto ore in mare. Poi la costa greca, tutti iniziano a cantare. "Per farci sentire dai soccorritori greci abbiamo iniziato a cantare". Tutti salvi.

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Gli facciamo delle domande: la sua famiglia, la sua storia, i dettagli di quelle otto ore in mare dalla Turchia alla Grecia. Olisa ci tiene, "spero che questa storia serva all'Europa", gli diciamo di sì. Forse sappiamo che stiamo mentendo. A Victoria Square ci sono circa 200 persone, bambini rovistano sui cassonetti, donne per terra allattano i bambini, gli uomini passano i pomeriggi al telefono cercando delle soluzioni per raggiungere i parenti in Germania, Francia, Italia. Ci si aiuta a vicenda. Alcune ferite vengono rimarginate, altre restano.

"Il mio sogno per il futuro e quello di essere un uomo felice di mezza età", ci confida Olisa, "Sì, niente di più. Avere un lavoro, un appartamento, potermi occupare dei miei bisogni. Credo che non darei fastidio a nessuno". Lo salutiamo, passano dieci secondi ed è già sparito nella folla. È ritornato invisibile. Ci rendiamo conto che Olisa non ha mai dato fastidio a nessuno. Avremmo dovuto dirglielo.

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