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Conflitto Israelo-Palestinese

Il leader di Hezbollah Hasan Nasrallah: “Risponderemo all’attacco israeliano su Beirut”

In un discorso alla nazione il leader degli Hezbollah libanesi, Hasan Nasrallah, ha dichiarato. “Risponderemo al nemico. Sarebbe più pericoloso rimanere in silenzio che affrontare le ripercussioni di una nostra risposta”.
A cura di Davide Falcioni
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"Non rimarremo in silenzio". A dirlo – a tre giorni dall'attacco israeliano nella periferia sud di Beirut in cui è stato ucciso il numero due di Hamas, Saleh al-Arouri – è stato il leader degli Hezbollah libanesi, Hasan Nasrallah, in un discorso trasmesso oggi in diretta tv da una località segreta. "Risponderemo al nemico. Sarebbe più pericoloso rimanere in silenzio che affrontare le ripercussioni di una nostra risposta", ha aggiunto Nasrallah. "Sarà il terreno di battaglia a parlare. E il terreno di battaglia non può aspettare", ha affermato il leader libanese alleato di Hamas e Iran.

In attesa di conoscere se ci saranno risvolti militari all'attacco a Beirut il Libano ha presentato una denuncia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite definendo il raid contro la capitale la “fase più pericolosa” degli attacchi israeliani al paese. La denuncia, datata 4 gennaio ma visionata da Reuters oggi, afferma che Israele ha utilizzato sei missili nell'attacco che ha ucciso al-Arouri e aggiunge che Tel Aviv sta utilizzando ripetutamente lo spazio aereo libanese per bombardare la Siria.

Per la quarta volta in tre mesi e per la seconda volta in pochi giorni, il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, ha tenuto oggi un discorso pubblico trasmesso in diretta tv. Nel suo intervento il leader libanese ha dichiarato che l'Isis è uno strumento in mano agli americani, riferendosi al duplice attentato compiuto il 3 gennaio scorso a Kerman, in Iran, nel quale sono morte decine di persone e che è stato rivendicato dallo Stato Islamico. Secondo Nasrallah dietro quella carneficina ci sono "gli Stati Uniti, che usano l'Isis come un loro strumento".

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Il focus del discorso del segretario generale degli Hezbollah tuttavia è stato incentrato sul conflitto con Israele, una guerra iniziata l'8 ottobre "che si svolge su un territorio di oltre 100 chilometri, ancora oggi, dopo più di 90 giorni. Abbiamo preso di mira tutte le posizioni di confine e un gran numero di posizioni più remote e insediamenti nemici", per un totale di oltre 670 operazioni in tre mesi. Nasrallah ha affermato che le perdite israeliane sarebbero consistenti e i soldati feriti oltre 12mila: "Nell'ultimo periodo abbiamo preso di mira obiettivi militari e non civili . Se abbiamo preso di mira le case, è stato in risposta ad attacchi ai nostri civili". "A coloro che ci chiedono perché stiamo combattendo al fronte (nel sud del Libano), siamo tenuti a rispondere. Gli obiettivi di questo conflitto sono due: esercitare pressione sul nemico e sul suo governo affinché fermi l’aggressione contro Gaza" e "allentare la pressione sulla resistenza a Gaza".

Per finire, Nasrallah ha rivolto una minaccia agli israeliani residenti negli insediamenti illegali palestinesi: "Ai coloni che gridano ogni giorno di avere paura e che chiedono al loro governo una guerra con il Libano oggi dico: ‘State sbagliando. Voi sarete i primi a pagare il prezzo di questo errore‘. La soluzione è che i coloni nel nord della Palestina chiedano al loro governo di fermare l’aggressione contro Gaza".

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