Il “lancio del turbante” dei religiosi in strada: ecco la nuova protesta dei giovani in Iran
Quando vedono un religioso sciita camminare per strada, lo colgono impreparato alle spalle e gli fanno cadere il turbante dalla testa. Poi scappano via. L'agguato viene di solito filmato da qualche complice, che ride divertito in sottofondo e non manca di postare il video in rete.
Sarebbe questa la nuova forma di protesta che sta prendendo piede tra i giovani attivisti iraniani contro il potere religioso dell’Ayatollah Khamenei.
Queste "challenge" cariche di dissenso e irriverenza si inseriscono nel contesto delle mobilitazioni di massa esplose in Iran, a seguito della morte della 22enne Mahsa Amini, uccisa a settembre dalla polizia a Teheran per una ciocca di capelli spuntata fuori dall'hijab.
Nelle ultime settimane altre giovani ragazze iraniane hanno perso la vita per non aver osservato gli opprimenti dettami del regime teocratico degli Ayatollah. Durante una manifestazione di protesta nella capitale, la 17enne Nika Shakarami è stata inseguita dalla polizia e di lei si sono perse le tracce. Il suo cadavere sarebbe poi stato ritrovato dalla famiglia circa dieci giorni dopo, nell'obitorio di un ospedale locale: aveva la testa fracassata e il naso rotto.
Lo scorso 13 ottobre è stato il turno della studentessa 16enne Asra Panahi: la giovane è stata picchiata a morte dalle forze di sicurezza locali per essersi rifiutata di cantare un inno pro-regime, a margine di una perquisizione nel liceo femminile "Shahed ad Ardabil".
Secondo la Ong "Iran Human Rights", durante la repressione delle proteste sono morte almeno 277 persone, tra cui 40 minori e 24 donne.
Dopo i gesti di togliersi il velo e tagliarsi un ciuffo di chioma da parte delle donne iraniane (e non), ecco dunque che diventa virale sui social il "lancio del turbante", nuova frontiera della contestazione popolare non-violenta.