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Il killer di Boston, condannato a morte, si scusa per la prima volta

“Mi dispiace per le vite che ho preso, per le sofferenze che ho causato e per il terribile danno che ho fatto”, così Dzhokhar Tsarnaev, il 21enne ceceno responsabile dell’attentato alla maratona di Boston, si è rivolto alla corte prima che il giudice leggesse la sentenza di condanna a morte.
A cura di Susanna Picone
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Per la prima volta ha parlato in aula e ha chiesto scusa alle vittime e alle loro famiglie, ammettendo di essere colpevole. Così Dzhokhar Tsarnaev, il 21enne ceceno che il 15 aprile 2013 ha messo a segno l'attentato alla maratona di Boston, costato la vita a tre persone, oltre al ferimento di oltre 260, ha rotto il silenzio davanti a giudici, a feriti e familiari delle vittime. Le scuse del ragazzo sono arrivate poco prima che il giudice George O'Toole leggesse la sentenza con la quale lo ha condannato alla pena di morte. La decisione di ucciderlo tramite una iniziazione letale era stata presa all’unanimità dalla giuria popolare lo scorso maggio. “Mi dispiace per le vite che ho preso, per le sofferenze che ho causato e per il terribile danno che ho fatto”, ha detto Dzhokhar Tsarnaev rivolgendosi alla Corte. Tsarnaev ha chiesto scusa alle vittime e alle famiglie, ammettendo appunto di essere colpevole dell’attentato di Boston. “Prego Allah di avere misericordia di coloro che sono colpiti nel bombardamento e delle loro famiglie. Prego per la vostra guarigione”, ha aggiunto dicendo di aver imparato i nomi e i volti delle sue vittime dell'attacco e di aver continuato ad avere informazioni su di loro durante tutto il processo. “Chiedo ad Allah di avere pietà di me, di mio fratello e della mia famiglia”, ha detto ancora in aula.

Pena capitale per il 21enne ceceno – La giuria che lo ha condannato alla pena capitale ha riconosciuto il 21enne ceceno colpevole di tutte le accuse formalizzate nei suoi confronti per le due bombe alla maratona di Boston dell’aprile 2013. “Non può avere un’anima”, ha detto parlando dell’attentatore una delle superstiti della strage che a Boston ha perso una gamba. Durante il processo la difesa del ragazzo ha sostenuto che Dzhokhar ha agito sotto l'influenza del fratello maggiore Tamerlan, rimasto poi ucciso dalla polizia qualche giorno dopo l'attentato alla maratona.

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