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Il killer della strage di Belgrado non andrà in carcere: per la legge è ancora un bambino

L’adolescente autore della strage nella sua scuola di Belgrado non può essere incriminato per la legge serba: Kosta Kecmanović non ha ancora compiuto 14 anni. Sarà sottoposto ad esami psichiatrici mentre il padre rischia 12 anni.
A cura di Antonio Palma
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Kosta Kecmanović, l’adolescente serbo autore della strage nella scuola Vladimir Ribnikar di Belgrado non andrà in carcere in alcun modo. Nonostante la terribile gravità del crimine commesso con la morte di 8 compagni di scuola e una guardia di sicurezza, il ragazzino infatti non può essere ritenuto penalmente responsabile ai sensi della legge locale perché considerato ancora un bambino.

Kosta Kecmanović infatti è nato il 30 luglio 2009, il che significa che ha solo 13 anni e non ha ancora compiuto 14 anni, l’età minima per essere processato ai sensi della legge sulla delinquenza minorile. L’adolescente che ieri ha ucciso sette ragazze e un ragazzo oltre al vigilantes nella scuola Vladimir Ribnikar di Belgrado con tutta probabilità verrà trasferito in un istituto per minori ma solo dopo che saranno accertate tutte le sue capacità mentali. Esami che potrebbero aprire per lui, se necessario, le porte di un ospedale psichiatrico.

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Strage Belgrado, il killer negativo alle droghe: ora esami psichiatrici

Intanto, sottoposto ai test per alcol e droghe, è risultato negativo agli esami tossicologici in ospedale. Questo esclude l’ipotesi che potesse essere sotto effetti di sostanze al momento dei fatti. La legale della famiglia del giovane, Irina Borovic, ha spiegato che l'autore del massacro si trova attualmente in una clinica di neurologia e psichiatria per ragazzi, dove viene sottoposto a controlli specialistici.

Circostanze per le quali i media locali alludono anche al fatto che il ragazzino possa aver premeditato anche questo sapendo che tra poche settimane sarebbe stato incriminato. Per la polizia infatti aveva premeditato tutto fin nei particolari da mesi presentandosi a scuola con due pistole del padre e alcune bottiglie molotov. Secondo la polizia, dalla porta dell'aula ha sparato all'insegnante di storia, rimasta ferita gravemente, e poi agli studenti. Dopo il massacro, è uscito e ha sparato agli altri studenti tra cui una ragazzina di cui pare fosse innamorato, secondo i suoi vicini di casa.

Ad ogni modo, secondo la legge locale, anche se avesse compiuto già i 14 anni, non avrebbe potuto essere condannato all'ergastolo. Sarebbe stato però accusato di omicidio aggravato e portato in un penitenziario minorile.

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Il padre rischia 12 anni di carcere

Colui che rischia ora invece è il padre, famoso medico radiologo di Belgrado titolare delle due pistole usate dal ragazzino. L’uomo è in stato di fermo per 48 ore ma rischia 12 anni di carcere se considerato colpevole aver messo in pericolo la sicurezza pubblica. La madre del ragazzo e la sorella minore, che frequentava la stessa scuola, sono state invece allontanate dal loro appartamento per precauzione.

Secondo quanto ricostruito finora, le armi erano chiusi in una cassaforte con codice, ma a quanto pare l’adolescente aveva il codice per quelle pistole e andava spesso al poligono di tiro con suo padre. Il genitore ha detto che non sa come suo figlio  avesse scoperto il codice ma ha ammesso di aver portato suo figlio al poligono di tiro all'età di 12 anni.

Un dettaglio da non sottovalutare visto Kosta Kecmanović ha dimostrato di saper sparare molto bene con un'arma da fuoco e ha usato le sue conoscenze nel modo più mostruoso. Tra le passioni che il ragazzino condivideva col padre, testimoniate da foto social, vi erano principalmente poligoni di tiro per il cosiddetto "softair" anche se, nell'elenco delle pagine apprezzate sia da padre che da figlio, c'è anche un poligono di tiro per il tiro tattico. Se effettivamente avesse in qualche modo avuto contatti con armi da fuoco, le indagini però dovranno accertarlo.

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