Il killer del Texas diceva alle ragazze che le avrebbe stuprate e minacciava stragi sui social
Giorno dopo giorno si aggiungono dettagli inquietanti sulla figura di Salvador Ramos, il giovane responsabile della strage nella scuola di Uvalde, in Texas, morto dopo aver ucciso bambini e insegnanti. La Cnn riporta il racconto di alcuni ragazzi secondo i quali Ramos, prima di compiere la sua strage, non esitava a parlare sui social delle sue intenzioni di compiere gesti del genere. In una diretta avrebbe dichiarato di voler compiere una strage: tre persone hanno raccontato di averlo sentito, un’altra di aver ricevuto dei messaggi a riguardo, ma nessuno aveva preso sul serio le sue parole.
Inoltre, secondo il racconto di questi ragazzi, Ramos mostrava con orgoglio le armi che aveva acquistato e condivideva anche le foto delle ricevute con gli utenti di Yubo, app francese usata da milioni di adolescenti in tutto il mondo. In un messaggio esaminato dalla Cnn, il killer avrebbe inviato a un contatto una ricevuta da 2000 dollari che testimoniava l’acquisto di armi online da un produttore della Georgia. “Le pistole sono noiose” diceva il contatto. E lui rispondeva con un “no”.
E oltre alle armi, sui social l’autore della strage di bambini avrebbe anche minacciato di stuprare alcune ragazze. Amanda Robbins, 19enne della California, ha raccontato che il ragazzo avrebbe minacciato verbalmente di sfondare la sua porta, violentarla e ucciderla dopo aver respinto le sue avances, e avrebbe ripetuto le stesse minacce anche ad altre. La diciannovenne, che ha detto di aver interagito con Ramos solo online, ha detto alla Cnn di aver segnalato a Yubo diverse volte l’account del killer ma lui continuava a fare live streaming con commenti osceni. “Siamo profondamente rattristati da questa indicibile perdita e stiamo collaborando con le forze dell'ordine nelle loro indagini”, così un portavoce di Yubo alla Cnn. Yubo per il momento ha rifiutato di rilasciare qualsiasi informazione specifica sull'account di Ramos.
Intanto, nuovi dettagli sulla strage nella scuola sono arrivati ieri anche dalla polizia, che ha di fatto ammesso i suoi errori. Steven McCraw, capo del dipartimento di pubblica sicurezza del Texas, ha riferito che il giovane killer ha sparato almeno 100 proiettili e ha detto che è stata una "decisione sbagliata” quella di non forzare la porta dell'aula nella quale si trovava l'autore della strage di Uvalde. La polizia ha quindi spiegato che gli agenti che hanno poi fatto irruzione nella classe, uccidendo il 18enne, hanno usato le chiavi del custode per aprire la porta. L'ufficiale in comando sulla scena della strage “era convinto che non ci fosse una minaccia concreta per i bambini nella scuola e che ci fosse tempo per organizzarsi meglio”.
“Mi dispiace per quello che ha fatto mio figlio. Doveva uccidere me”, le parole del papà del killer. “Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da mio figlio. Avrebbe dovuto uccidere me invece di fare quello che fatto", così l’uomo in una intervista.