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Il Guardian lascia X: “Piattaforma tossica con teorie razziste sfruttata da Musk per plasmare l’opinione”

Uno dei principali quotidiani britannici ha annunciato di aver lasciato definitivamente la piattaforma social di proprietà di Elon Mask parlando di “Piattaforma tossica con teorie cospirazioniste di estrema destra e razziste usata da Musk per plasmare il discorso politico”.
A cura di Antonio Palma
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“Questo account è stato chiuso”, è il messaggio che da oggi accoglie chi visita la pagina social del Guardian sulla piattaforma X (ex Twitter). Uno dei principali quotidiani britannici oggi infatti ha annunciato di aver lasciato definitivamente la piattaforma di proprietà di Elon Mask per condividere i suoi articoli. Un addio condito da accuse pesanti e ben precise che parlano di “Piattaforma tossica con teorie cospirazioniste di estrema destra e razziste”.

“Pensiamo che i vantaggi di essere su X siano ora superati dagli aspetti negativi e che le risorse possano essere utilizzate meglio per promuovere il nostro giornalismo altrove” mette nero su bianco un articolo del quotidiano, che è anche l’ultimo postato sulla piattaforma social.

Pur sostenendo che la scelta editoriale era nell’aria da diverso tempo a causa dei “contenuti spesso inquietanti promossi o trovati sulla piattaforma”, il Guardian non nasconde che la goccia finale è stata la campagna elettorale statunitense che ha visto trionfare il nuovo Presidente Donald Trump, appoggiato proprio da Elon Mask che ora entrerà nella squadra di governo con un ruolo di primo piano.

“La campagna elettorale presidenziale degli Stati Uniti è servita solo a sottolineare ciò che abbiamo valutato per molto tempo: che X è una piattaforma mediatica tossica e che il suo proprietario, Elon Musk, è stato in grado di usare la sua influenza per plasmare il discorso politico” si legge nella nota del quotidiano che precisa: “Gli utenti X potranno comunque condividere i nostri articoli e, data la natura del servizio di cronaca in tempo reale, continueremo occasionalmente a incorporare contenuti di X nelle pagine dei nostri articoli”.

“I social media possono essere uno strumento importante per le organizzazioni giornalistiche e aiutarci a raggiungere nuovi pubblici, ma, a questo punto, X gioca un ruolo ridotto nella promozione del nostro lavoro” aggiungono dal giornale in un messaggio rivolto ai lettori.  “Fortunatamente, possiamo farlo perché il nostro modello di business non si basa su contenuti virali adattati ai capricci degli algoritmi dei giganti dei social media, ma siamo finanziati direttamente dai nostri lettori”

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