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Il Governo pensa di chiedere lo “sconto” alla Ue (in cambio delle riforme)

Le riforme strutturali in cambio di uno “sconto” sulla prossima manovra: prove tecniche di intesa fra il Governo Renzi e la Commissione Ue.
A cura di Redazione
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A raccogliere le fila di una serie di rumors, indiscrezioni, colloqui riservati e ipotesi più o meno attendibili è Claudio Tito su Repubblica: il Governo starebbe seriamente pensando di chiedere uno "sconto" nel 2015 rispetto all'applicazione dei famigerati parametri europei. In parole povere, si tratterebbe di portare a termine una serrata trattativa con le istituzioni europee, basata su uno 0,25 percento in meno sulla "riduzione dei saldi", che si tradurrebbe in un risparmio per le casse dello Stato di circa 4 miliardi di euro. Tradotto e semplificato ulteriormente: niente manovra correttiva a settembre, in cambio di passi avanti decisi nel solco delle riforme strutturali (riduzione del debito, riforma delle pensioni e del mercato del lavoro, ulteriore taglio alla spesa pubblica).

Spiega Tito: "Una mossa che ufficializzerebbe l'esclusione di una manovra correttiva a settembre e una Legge di Stabilità per l'anno prossimo un po' più leggera rispetto a quanto temuto. Flessibilità e 0,25%, dunque, sono i due elementi in grado potenzialmente di costituire presto il "grande patto" tra Roma e Bruxelles. Ma soprattutto tra tutti i partner europei, per affrontare la crisi economica nel prossimo anno". Per il momento non vi sono confereme ufficiali ma, dopo i dati negativi del prodotto interno lordo tedesco ed il dimezzamento delle stime di crescita annuali della Francia (con il primo ministro che ha di fatto annunciato lo sforamento certo del limite del 3,8%), la sensazione diffusa a livello europeo è che occorrano decisi passi in avanti sulla strada della crescita e che il modello dell'austerità debba necessariamente subire dei ritocchi importanti. Che si presentino o meno nella forma del "patto" appare secondario: per il momento è convinzione diffusa che servano risorse immediate per la crescita, la ripresa dei consumi interni e l'abbattimento del tasso di disoccupazione. Certo è che tra le intenzioni ed i fatti lo scarto è sempre molto ampio…

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