Il Giappone espande il ruolo militare all’estero: andrà in guerra anche se non attaccato
I tempi sono cambiati anche per il Giappone. Da oggi infatti le forze di autodifesa del Paese del Sol Levante saranno autorizzate ad intervenire all’estero in caso di un attacco agli Stati Uniti o altri Paesi alleati, anche senza una diretta minaccia al territorio nazionale. È il concetto di “Difesa collettiva” previsto nel controverso pacchetto delle nuove leggi sulla sicurezza promosso dal premier Shinzo Abe, e approvata lo scorso settembre tra dure contestazioni, in aula e in piazza.
Dopo la resa del 1945, la Costituzione varata nel 1946 sotto l'occupazione USA all'art.9 aveva bandito la guerra come diritto sovrano e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Alla lettera, veniva proibita la stessa esistenza di forze armate L’efficacia della norma è stata però erosa nel corso degli anni, fino alla nascita della “Difesa collettiva” in soccorso di alleati, ora suggellata dalla nuova legislazione. Nel tentativo di convincere opposizioni e detrattori, il premier giapponese Abe ha citato le necessità di adattarsi ai cambiamenti degli scenari geopolitici, sostenendo che lo scopo principale del suo governo è quello di “garantire la sicurezza dei cittadini giapponesi e rinforzare l'alleanza con gli Stati Uniti”. Tra gli obiettivi del governo, c’è anche quello di limitare l'espansionismo della Cina, con la quale il Giappone ha delle contese territoriali in corso, e tenere maggiormente sotto controllo l'aggressività della Corea del Nord.
Il Wall Street Journal ha provato a sintetizzare cosa cambia per le forze di autodifesa giapponesi con l’approvazione della legge che sarà il punto di riflessione nelle prossime elezioni di quest'estate per il rinnovo della metà dei seggi alla Camera Alta:
- Potranno fornire supporto logistico, come ad esempio munizioni e carburante, ad eserciti alleati impegnati in operazioni all’estero di interesse nazionale per il Giappone.
2. Potranno intercettare e abbattere missili balistici diretti verso gli USA o altri paesi alleati (fino ad oggi potevano distruggere missili diretti soltanto verso il Giappone).
3. Potranno impegnarsi in campagne militare per tenere aperte le rotte marittime di importanza strategica per il paese.
4. Potranno partecipare a missioni di pace ONU ad elevato rischio: fino ad oggi potevano impegnarsi solo dove non ci fosse rischio di essere coinvolti in un combattimento.
5. Potranno impegnarsi in missioni di combattimento per salvare ostaggi giapponesi.