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Il Giappone chiede scusa alla Corea del Sud per il caso delle schiave sessuali

La questione è stata per anni causa di tensioni diplomatiche tra i due paesi Asiatici: ora sarà inaugurato un fondo per risarcire e aiutare le cosiddette “donne di conforto” sfruttate dai soldati nipponici durante la Seconda Guerra Mondiale.
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo 70 anni Giappone e Corea del Sud hanno raggiunto l’accordo che chiude la complicata questione delle "donne di conforto": le schiave sessuali dell’esercito nipponico durante la Seconda Guerra Mondiale sono state ufficialmente riconosciute. L'accordo sarà "definitivo e irreversibile" se Tokyo “si assumerà le sue responsabilità”, ha dichiarato il ministro degli esteri sudcoreano Yun Byung-Se al termine del colloquio a Seul con il suo collega giapponese Fumio Kishida. "La vicenda delle donne di conforto è avvenuta con il coinvolgimento dei vertici militari giapponesi – ha detto il capo della diplomazia nipponica – e il governo giapponese riconosce la sua responsabilità". Il premier giapponese Shinzo Abe ha espresso "le sue scuse e il pentimento dal profondo del suo cuore" per le vittime, ha aggiunto Kishida. Il Giappone ha poi offerto un risarcimento di un miliardo di yen (8,3 milioni di dollari) che sarà versato in un fondo per le vittime. "Molte donne hanno riportato profonde cicatrici nel loro onore e la loro dignità e il governo giapponese si scusa” ha detto ancora Kishida.

Il Giappone per diversi anni si è rifiutato di riconoscere gli abusi sessuali compiuti dai soldati dell'Imperatore Hirohito, durante l’occupazione, nei confronti di almeno 200mila donne straniere (venivano principalmente dalla Corea del Sud, dalla Cina, dalle Filippine). In realtà secondo la Cina le “donne di conforto” sarebbero state almeno 400mila. Un’indagine del governo dell’inizio degli anni Novanta aveva concluso che molte di loro erano state prelevate contro la loro volontà, vivendo poi in uno stato di coercizione e condizioni di assoluta povertà. Tale sistema ha “provocato una indescrivibile umiliazione non solo sugli ex soldati, ma anche sui cittadini giapponesi onorevoli,  che vengono etichettati come discendenti di stupratori di gruppo” avevano detto gli accusatori. L'intesa mette la parola ‘fine’ ad vicenda che ostacolava la piena normalizzazione dei rapporti fra i due paesi asiatici alleati degli USA.

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