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Il generale Tricarico spiega perché l’esercito USA ha innalzato il livello d’allerta

“Il passaggio ad allerta Charlie significa che le informazioni d’intelligence pervenute ai vertici delle forze armate americane sono gravi. Tali informazioni sono state certamente verificate e riscontrate, e la minaccia è stata giudicata credibile”.
Intervista a Generale Leonardo Tricarico
Ex Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare italiana.
A cura di Davide Falcioni
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Diverse basi militari statunitensi in tutta Europa, tra le quali quella italiana di Aviano, sono state poste in stato di allerta "Charlie", il secondo livello di protezione più elevato delle forze armate dopo il "Delta". Non accadeva da oltre dieci anni e la misura sarebbe motivata dal timore che un attacco terroristico possa colpire personale o strutture militari americane. Secondo l'esercito, l'allerta Charlie "si applica quando si verifica un incidente o si ricevono informazioni che indicano che è probabile una qualche forma di azione terroristica o di attacco contro personale o strutture".

Interpellato dalla CNN, un portavoce del Comando europeo statunitense, Dan Day, ha confermato che la minaccia è stata giudicata "attiva", rifiutandosi però di entrare nello specifico e di rivelare la natura e l'origine del pericolo. Il Comando europeo degli Stati Uniti (USEUCOM), si è limitato a dichiarare Day, "valuta costantemente una serie di fattori che influiscono sulla sicurezza della comunità militare statunitense all’estero. Nell'ambito di tale impegno, spesso adottiamo misure aggiuntive per garantire la sicurezza dei nostri membri del servizio. Per ragioni di sicurezza operativa non entreremo nello specifico, ma rimaniamo vigili". L'USEUCOM – ha aggiunto – "monitora costantemente l'ambiente di sicurezza per garantire che il proprio personale sia informato e nella condizione migliore per garantire la sicurezza della propria persona, della propria famiglia e dei propri cari. Come sempre, l’USEUCOM consiglia al personale nel teatro europeo di rimanere vigile e di rimanere sempre all’erta".

Come conferma a Fanpage.it il generale Leonardo Tricarico, ex capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare italiana, è impossibile conoscere quale tipo di minaccia abbia allertato così tanto le forze armate americane, "ma il passaggio a Charlie significa che le informazioni d'intelligence pervenute sono gravi. Tali informazioni sono state certamente verificate e riscontrate, e la minaccia è stata giudicata credibile".

Il generale Leonardo Tricarico
Il generale Leonardo Tricarico

Impossibile conoscere i dettagli: "In questo caso – spiega Tricarico – si potrebbe immaginare che la minaccia sia quella di un attentato agli interessi americani, non sappiamo però quali: potrebbe trattarsi di interessi militari, ad esempio tra le forze impegnate nel sostenere concretamente l'Ucraina. Naturalmente noi non abbiamo alcun modo di conoscere nello specifico che tipo di pericolo abbia allarmato così tanto gli Stati Uniti, né sappiamo se la minaccia riguarda solo quel Paese o anche altri, ad esempio l'intera comunità occidentale o la NATO, o piuttosto i Paesi che più sostengono Israele contro Hamas o quelli che più osteggiano Hezbollah".

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Di certo, è indicativo che per la prima volta da oltre un decennio l'esercito americano abbia adottato il codice "Charlie". E questo deve aver allarmato anche i Paesi alleati. "Evidentemente – spiega il generale – a prestare attenzione non devono essere solo gli USA ma anche i Paesi amici, inclusa l'Italia. Immagino che anche i vertici di Palazzo Chigi, da Meloni in giù, siano stati informati, anche se non è trapelato ancora nulla all'esterno. Più di questo non possiamo sapere. L'unica cosa che posso aggiungere è che gli Stati Uniti hanno valutato la minaccia intercettata dall'intelligence come seria. E tanto basta".

Ma quali sono, nel concreto, le misure che verranno adottate dai militari americani in allerta Charlie? Anche in questo caso i comportamenti cambiano da Paese a Paese e ciascuno ha un suo "decalogo" da seguire. "Non conosco le regole statunitensi, ma posso ipotizzare che si tratti di misure di protezione innanzitutto individuali. Ad esempio non dichiararsi un militare americano se si va al ristorante, non indossare la divisa se si è in libera uscita, tenere sempre alta la vigilanza in qualsiasi contesto. Queste misure sono finalizzate a ridurre al massimo i rischi individuali, ma anche a proteggere al meglio gli obiettivi sensibili".

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