Il generale statunitense Petraeus: “Putin sempre più frustrato userà armi devastanti”
"Putin non può vincere la guerra in Ucraina". Sono le parole del generale statunitense David Petraeus. In un'intervista rilasciata alla CNN lo scorso mercoledì 2 marzo, il comandante delle insurrezioni statunitensi in Iraq e Afghanistan ha spiegato qual è al momento il suo punto di vista sul conflitto in atto alle porte dell'Europa. Per Petraeus il presidente Russo non si trova nelle condizioni di vincere la guerra primo perché non ha abbastanza soldati e secondo perché l'Ucraina si sta opponendo con tutte le sue forze all'invasione. Il bilancio dei morti conta 2mila civili uccisi da giovedì, mentre secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite sono quasi 900mila ucraini fuggiti dal Paese.
"Putin userà armi più devastanti"
Il Pentagono è convinto che le truppe russe siano state lente a spostarsi su Kiev e che si trovino in difficoltà, lottando per far fronte a problemi logistici, come mancanza di cibo e gas, morale basso tra i soldati e la forte resistenza da parte delle forze ucraine. Ma Petraeus ha avvertito che man mano che Putin diventa sempre più frustrato dal fatto che le sue truppe non facciano progressi, "ciò potrebbe aumentare la gravità dei loro attacchi, con la messa in campo di armi più devastanti contro le strutture governative e infrastrutture come ospedali e scuole".
"Ucraina non si arrende"
"Non credo che questa sia una guerra, in definitiva, che la Russia e Vladimir Putin possano vincere – ha detto Petraeus – Possono prendere una città forse, ma non riusciranno a tenerla. Kiev e la maggior parte delle principali città sono ancora protette". Oltre ai numeri insufficienti delle truppe a disposizione del Cremlino, c'è un'altra questione, che riguarda la popolazione "tutti nell'intero paese li odiano e la maggior parte degli adulti è disposta ad agire contro di loro, sia che si tratti di impugnare armi che rendersi scudi umani”. Il quadro per il Petraeus che si sta delineando e che sta arrivando anche Oltreoceano è quello di "un'Ucraina che ha sfidato le aspettative, di una popolazione imperterrita, che continua a sfruttare il proprio vantaggio di ‘giocare in casa'".