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Guerra in Ucraina

Il generale Chiapperini: “Dai russi terrorismo materiale e psicologico, ma la guerra in Ucraina non cambierà”

L’intervista di Fanpage.it a Luigi Chiapperini, Generale di Corpo d’armata dei lagunari, sull’intensificarsi dei raid russi sull’Ucraina: “Quello dei bombardamenti sulle città ucraine è terrorismo materiale e psicologico. Assisteremo ad una guerra di posizione come quella dello scorso inverno quando si combatté solo a Bakhmut. La Bakhmut del 2024 sarà probabilmente Adviivka”.
Intervista a Luigi Chiapperini
Generale di Corpo d’armata dei lagunari.
A cura di Ida Artiaco
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"Quello dei bombardamenti sulle città ucraine è terrorismo materiale e psicologico che non avremmo voluto vedere dopo quasi due anni di conflitto. Credo che assisteremo ad una guerra di posizione come quella dello scorso inverno quando si combatté solo a Bakhmut. La Bakhmut del 2024 sarà probabilmente Adviivka dove si sta svolgendo la battaglia più dura con le forze ucraine strette in una morsa".

A parlare è il generale Luigi Chiapperini, già pianificatore nel comando Kosovo Force della NATO, comandante dei contingenti nazionali NATO in Kosovo nel 2001 e ONU in Libano nel 2006 e del contingente multinazionale NATO su base Brigata Garibaldi in Afghanistan tra il 2012 e il 2013, attualmente membro del Centro Studi dell’Esercito e autore dei libri "Il Conflitto in Ucraina" del 2022 e “Morire per Bakhmut”.

A Fanpage.it ha spiegato quali potrebbero essere gli scenari della guerra in Ucraina nell'anno appena cominciato, tenendo presente che proprio negli ultimi giorni gli attacchi russi si sono intensificati, con raid aerei pure su Kiev.

Il generale Luigi Chiapperini.
Il generale Luigi Chiapperini.

Negli ultimi giorni si sono intensificati i raid russi contro l’Ucraina, anche Kiev è stata colpita. Perché?

"Si tratta di attacchi su obiettivi civili che hanno lo scopo di indebolire la leadership ucraina e di piegare la resistenza della popolazione civile. Sono azioni perpetrate da pianificatori senza scrupoli quando non si riescono ad ottenere risultati decisivi sul campo di battaglia. In effetti i russi, pur avendo ripreso l’iniziativa in alcuni settori del fronte, stentano a raggiungere l’obiettivo operativo che verosimilmente è la completa conquista delle quattro regioni ucraine del Sud annesse alla Federazione Russa con i referendum farsa del settembre 2022. Insomma, quello dei bombardamenti sulle città ucraine è terrorismo materiale e psicologico che non avremmo voluto vedere dopo quasi due anni di guerra".

Putin ha affermato che “Kiev sta finendo le munizioni”. È vero? Cosa significa?

"Bombardando le città ucraine i russi vogliono dimostrare che gli ucraini non sono in grado di difendersi. Ciò risulta parzialmente vero. Se da un lato effettivamente i missili e i droni russi riescono a colpire obiettivi civili, dall’altro c’è da evidenziare che solo una percentuale di attacchi ha successo. È stato calcolato che solo un quarto degli ordigni riesce a superare le difese ucraine. Ciò accade lontano dal fronte, appunto sulle città come Kyiv e a danno della popolazione civile inerme".

Crede che Kiev possa resistere agli attacchi contando sugli aiuti fin qui arrivati dagli alleati o necessita di ulteriori invii, come sta chiedendo?

"Per difendere l’intero territorio da missili e droni servirebbe un numero elevato di sistemi di difesa aerea ed è appunto quello che l’Ucraina continua a chiedere. Con ciò di cui dispongono, i pianificatori ucraini devono necessariamente dare priorità alla salvaguardia di alcuni obiettivi vitali più vicini al fronte e di questo fatto i russi ne approfittano per colpire le città più lontane tra cui appunto la Capitale. L’altro materiale bellico di cui l’Ucraina necessita è rappresentato da mezzi da combattimento terrestri e aerei. L’accoppiata missili Patriot e aerei F-16 sta già producendo dei risultati notevoli, prova ne sia l’abbattimento di alcuni giorni fa di un certo numero di cacciabombardieri russi. Un duro colpo per Mosca che sempre nelle scorse settimane ha perso un’altra nave della sua Flotta del Mar Nero".

Il presidente Zelensky in una intervista a The Economist ha affermato che la Russia “non sta vincendo la guerra”. Lei è d’accordo?

"Per Mosca “vincere la guerra” ha avuto diversi significati nel corso del conflitto. All’inizio doveva essere l’abbattimento del governo filo occidentale ucraino, ma ciò non è avvenuto. Poi doveva essere la conquista dell’intera Ucraina meridionale, ma anche questo obiettivo non è stato ancora raggiunto. Indubbiamente le forze armate ucraine dopo il fallimento della seconda controffensiva della scorsa estate stanno vivendo un momento di difficoltà con i russi che hanno ripreso sotto il proprio controllo alcune aree nelle zone di Kreminna, Bakhmut, Donetsk, Adviivka, Zaporizhzhia e Kherson. Ma vedere dopo quasi due anni il secondo esercito del mondo non riuscire ad avere la meglio su quello ucraino, attualmente considerato il quindicesimo, per noi che ammiravamo l’Armata Rossa è una sorpresa. Il merito va in parte agli aiuti occidentali ma soprattutto alla forza di volontà degli ucraini che combattono per la sopravvivenza della propria Nazione".

Cosa pensa succederà in questo inizio di anno nuovo in Ucraina sul campo sulla base degli accadimenti di questi ultimi giorni?

"Credo che assisteremo ad una guerra di posizione come quella dello scorso inverno quando si combatté solo a Bakhmut. La Bakhmut del 2024 sarà probabilmente Adviivka dove si sta svolgendo la battaglia più dura con le forze ucraine strette in una morsa. Qui i russi potrebbero continuare a spingere immettendo forze su forze come fecero con i mercenari della Wagner a Bakhmut. Anche ad Adviivka i russi potrebbero farcela ma a costo di gravi perdite e la Wagner non c’è più. In sintesi, nessuno può affermare di stare vincendo, almeno per ora. La guerra sarà lunga a meno di sconvolgimenti interni in uno o in entrambi i due Paesi contendenti".

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