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Guerra in Ucraina

Il generale Battisti spiega perché l’offensiva ucraina ritarderà ancora nonostante le difficoltà russe

Dopo oltre un anno di guerra, russi e ucraini ammettono le difficoltà sul campo di battaglia anche se promettono di voler proseguire i combattimenti. Fanpage.it ne ha parlato con il generale Giorgio Battisti, analista militare ed ex comandante del Corpo d’Armata di Reazione Rapida della NATO in Italia.
A cura di Antonio Palma
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Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, oggi ha ammesso che la situazione in Ucraina è "molto difficile" e che gli obiettivi dei russi non sono stati pienamente raggiunti pur affermando che Mosca continuerà a impegnarsi nella guerra. Il presidente ucraino Zelensky dal suo canto ha affermato che l'Ucraina ha bisogno ancora di altro tempo per l'annunciata e attesa controffensiva dopo aver subito pesanti perdite di uomini. Dopo oltre un anno di guerra, entrambe le parti appaiono stanche e logore sia in termini di uomini e mezzi che dal punto di vista psicologico. Ne abbiamo parlato con il generale Giorgio Battisti, analista militare ed ex comandante del Corpo d’Armata di Reazione Rapida della NATO in Italia.

Russi e ucraini ammettono di essere in difficoltà pur promettendo di voler proseguire la guerra   

Sta accadendo quello che gli analisti avevano previsto mesi fa, una forma di logoramento prima materiale e poi anche umana in una guerra di posizione che ha causato perdite consistenti, anche se vengono nascoste o ridotte. Poi c'è anche un certo logoramento psicologico e del morale perché nessuna delle due parti riesce a prevalere in modo netto sull'altra parte. Tutto questo va sommato al fatto che il disgelo e le piogge stanno rendendo il terreno non praticabile per i mezzi pesanti. Sono elementi che hanno pesato sul fatto che l'attesa controffensiva ucraina sia slittata da marzo ad aprile e poi a maggio e ora slitterà ancora.

Zelensky ha spiegato che per l'offensiva serve tempo per evitare la perdita di altri soldati

Zelensky dice che stanno attendendo ulteriori mezzi blindati occidentali ma il generale Usa Christopher Cavoli, comandante supremo alleato in Europa, ha confermato che il 98 per cento dei mezzi richiesta da Kiev è stato già consegnato. Non è escluso che quello di Zelensky sia un modo per cercare di trarre in inganno i russi sui tempi e luoghi dell'offensiva ma io temo che ci siano delle difficoltà a muovere i mezzi pesanti in modo snello su un terreno ancora difficile. In più c'è il problema del mancato rifornimento di munizioni per l'artiglieria e dei missili tattici per battere le retrovie logistiche dei russi che gli ucraini pensano di dover usare nell'offensiva.

Bisogna considerare che le migliori forze, le più addestrate e professionali, sia da una parte che dall'altra, hanno subito forti perdite. Quindi il personale che viene e che verrà impiegato è quasi tutto composto da giovani con scarse esperienze e un addestramento non completo.  Secondo gli standard occidentali, per formare un soldato serve almeno un anno di addestramento intenso. Se pensiamo che gli ucraini devono anche cambiare mezzi di combattimento per adattarsi a quelli Nato, i periodi di addestramento non solo tali da poter formare i soldati. Il presidente ceco Petr Pavel, ex militare ed ex presidente del Comitato militare della NATO, ha messo in guardia Zelensky ricordando che l'offensiva dovrà essere ben pianificata, organizzata e condotta perché se dovesse fallire non ci saranno altre possibilità nel breve e medio termine per ripotenziare le forze armate ucraine. Io son convinto però che nelle prossime settimane qualche movimento un po' più ampio possa avvenire.

Generale Giorgio Battisti
Generale Giorgio Battisti

I russi sembrano ormai sulla difensiva  e attendono l'attacco

Sono evidenti le difficoltà russe nel riprendere un'azione offensiva sul campo di battaglia. I russi stanno conducendo una battaglia attorno a Bakhmut, per occupare la città, da ben undici mesi con una perdita di vite umane molto forte. Del resto lo stesso Zelensky non ha voluto ritirarsi dalla zona anche a costo di perdere i migliori soldati in combattimento e anzi ha rinforzato lo schieramento per una ostinata resistenza. C'è da sottolineare inoltre che i combattimenti nei centri abitati sono quelli che i militari apprezzano di meno, ammesso che si possa usare questo termine, e che cercano di evitare quando è possibile. È un combattimento molto subdolo che si presta a imboscate e a scontri ravvicinati con numerose perdite.

Io ritengo che la Russia in questo momento non abbia le capacità per condurre delle offensive su larga scala. Indubbiamente, visti i risultati sul campo, a questo punto possiamo dire per l'incapacità di avere una visione strategica globale e l'incapacità di gestire le forze sul campo da parte dei generali, penso che in questo momento la Russia non sia in grado di scatenare una offensiva ma si stia preparando dietro queste linee difensive con lunghe trincee già allestite. Lo stesso Putin, durante il discorso della parata del 9 maggio, ha cambiato i toni e non ha parlato di azione speciale ma di guerra per difendersi da una aggressione. Ora ha firmato un nuovo decreto per richiamare riservisti. Si tratta di persone che hanno già prestato servizio militare e servono a rimpolpare i reparti russi ma non certo quelli di prima scelta, servono proprio per la difesa, a fare numero e a metterli in trincea e resistere.

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