Il generale Battisti: “Le puntate offensive ucraine servono a testare la capacità di reazione russa”
La tanto attesa controffensiva ucraina è iniziata? Difficile dare una risposta chiara nella selva di dichiarazioni diramate nelle ultime ore dai vertici russi e da quelli ucraini. Secondo il Ministero della Difesa di Mosca, ad esempio, la scorsa notte Kiev avrebbe lanciato un massiccio attacco nella regine del Donetsk perdendo almeno 300 uomini e ben 16 carri armati.
Lo stato maggiore della difesa ucraino ha immediatamente replicato sostenendo di non essere a conoscenza di nessun attacco nel Donetsk: "Non abbiamo informazioni in merito e non intendiamo commentare false notizie", ha detto a Reuters un portavoce dell'esercito, salvo correggersi ore dopo: "Il settore Bakhmut rimane l'epicentro delle ostilità. Stiamo avanzando su un fronte abbastanza ampio. Stiamo ottenendo successo". Una grande controffensiva ucrana in effetti è attesa da mesi dopo essere stata a lungo annunciata, ma Kiev ha fatto sapere che non comunicherà in anticipo lo scoccare del’"ora x". "I piani amano il silenzio. Non ci sarà alcun annuncio sull'inizio" della controffensiva.
Quelli della scorsa notte, dunque, non sarebbero altro che "puntate offensive" volte a verificare lo stato di prontezza delle truppe russe, come ha spiegato a Fanpage.it il generale Giorgio Battisti, già comandante del Corpo d'Armata Italiano di Reazione Rapida della NATO (NRDC-ITA).
Il ministero della Difesa russo ha affermato di aver sventato un grave attacco ucraino a Donetsk. L’Ucraina, dal canto suo, ha negato di aver dato inizio alla controffensiva, salvo poi affermare di aver condotto azioni di successo a Bakhmut. Come potrebbero stare le cose?
Ho letto anche io un'agenzia della Reuters che, citando il Ministero della Difesa russo, afferma che la scorsa notte sarebbe stata lanciata una controffensiva nella parte meridionale del Donetsk, quella che permetterebbe a Kiev di arrivare a Melitopol e al Mare di Azov tagliando lo schieramento russo e mettendo in crisi i collegamenti terrestri con la Crimea. Attenzione, però: i russi hanno anche dichiarato che l'attacco ucraino sarebbe stato condotto da sei battaglioni di fanteria meccanizzata e due battaglioni di carri armati.
Che significa, in termini numerici?
Non più di 4mila uomini, un numero largamente insufficiente a lanciare la tanto attesa controffensiva ucraina, quella che dovrebbe sconfiggere definitivamente la Russia. Insomma, quella della scorsa notte non è stata altro che quella che tecnicamente chiamiamo "puntata offensiva" finalizzata a verificare le capacità di reazione dell'avversario e lo stato di prontezza delle truppe. Queste puntate inoltre servono a creare incertezza, soprattutto se le associamo agli attacchi condotti dai fantomatici partigiani russi nella regione di Belgorod. Insomma, per la controffensiva vera e propria Kiev dovrà mettere in campo ben altri numeri: d'altro canto l'Ucraina ha ricevuto circa 1.500 mezzi da combattimento corazzato e circa 300 carri armati occidentali Leopard e Challenger. Se e quando l'attacco scatterà dovrà essere ben più efficace di quanto visto finora: siamo ancora ai combattimenti preliminari.
In ogni caso, che caratteristiche potrebbe avere un’offensiva ucraina?
Le opzioni possono essere diverse e sono state illustrate da svariati analisti e generali occidentali. C'è chi parla di un massiccio attacco a Kharkiv, dove Kiev aveva ottenuto importanti risultati a settembre 2022 e da dove ci si potrebbe poi collegare alle azioni di Belgorod, in Russia; c'è chi parla di Bakhmut, dove le truppe della Wagner sono state sostituite da miliziani del Donbass, dotati di un'efficienza sicuramente inferiore; c'è chi menziona un attacco nel Donetsk per tagliare lo schieramento russo, e si tratterebbe di un obiettivo molto ambizioso perché lascerebbe alla Crimea la possibilità di rifornirsi solo tramite il ponte di Kerch, danneggiato l'8 ottobre 2022 da una violenta esplosione. C'è poi un'altra possibilità a mio giudizio molto più improbabile: da Kherson gli ucraini dovrebbero puntare direttamente sulla Crimea, ma dovrebbero attraversare il fiume Dnepr in piena esponendosi alle artiglierie russe. Queste sono le quattro opzioni nelle mani di Kiev; non c'è dubbio però che i russi le conoscano quanto noi e si siano organizzati a difendersi in modo opportuno.
E quali obiettivi potrebbe realisticamente ottenere l'Ucraina?
Gli ucraini sostengono che lo scopo della controffensiva è quello di rioccupare anche la Crimea, cosa che appare a tutti assolutamente improbabile, a partire dal generale Mark Milley, Capo dello stato maggiore congiunto degli Stati Uniti. Naturalmente anche Zelensky sa bene che sarà molto difficile riuscire in questa impresa, a meno di un collasso totale dell'esercito russo che appare decisamente improbabile, se non impossibile. L'obiettivo più realistico di Kiev è ottenere una vittoria di rilievo, riconquistare una buona porzione di territorio e continuare così a ricevere sostegno dall'Occidente, dimostrando che l'Ucraina è in grado di combattere.
E se la controffensiva fallisse?
Zelensky ha una sola carta da giocare, ed è questa controffensiva: se dovesse fallire l'Ucraina per un bel po' di tempo non sarà nelle condizioni di prendere nessuna iniziativa credibile ed efficace, almeno fino a quando non riceverà carri armati Abrams e caccia F-16, ma parliamo della fine del 2023 o persino del 2024. Non ritengo, tuttavia, che verrà meno il supporto dell'Occidente in termini di armi, equipaggiamento. D'altro canto, almeno a parole, tutti i leader occidentali hanno garantito a Kiev pieno sostegno anche per il futuro.
Oggi è iniziato il viaggio del cardinale Zuppi in Ucraina.
Sì, qualcosa si sta muovendo sul fronte diplomatico. Oltre al Vaticano nelle ultime settimane si sono attivati anche il Brasile e la Cina. Certo, attualmente le posizioni di Putin e Zelensky appaiono inconciliabili, ma non è escluso che si possa arrivare a una tregua temporanea. Tutto però dipenderà dal risultato dell'offensiva ucraina e dalla capacità di tenuta della Russia.