Il figlio dello chef Minguzzi ucciso a Istanbul, i genitori: “Accoltellato a 14 anni senza motivo”

Sono ancora increduli i genitori di Mattia, il 14enne ucciso a coltellate a Istanbul mentre si trovava al mercato con alcuni amici. "Ci sembra tutto surreale, è un dolore immenso. L'affetto che ci ha investito dopo la morte di nostro figlio è stato inaspettato" hanno spiegato in un'intervista a Il Messaggero i genitori dell'adolescente ucciso in Turchia.
Lo chef italiano Andrea Minguzzi e sua moglie Yasemin Akincilar, celebre violoncellista, si trovano ancora in Turchia, lì dove hanno sperato fino all'ultimo che il figlio si risvegliasse dal coma nel quale è stato per due settimane.
Il 14enne è stato accoltellato mentre si trovava al mercato in compagnia di due amici. Ad aggredirlo, altri due giovani già noti alla giustizia con i quali aveva avuto una discussione. I due sono stati arrestati mentre l'adolescente è finito in ospedale in gravissime condizioni. Dopo circa 15 giorni, i medici hanno dichiarato la morte cerebrale del 14enne.
Nella giornata di sabato, durante la partita di Serie A turca Besiktas-Trabzonspor, i giocatori hanno indossato una maglia con il volto del 14enne ucciso. Tutto lo stadio ha applaudito Mattia per ricordarlo. "È stato un momento straziante – hanno ricordato i genitori – ma anche commovente".
Anche dall'Italia, raccontano lo chef e la violoncellista, è arrivata tanta solidarietà. "L'ambasciatore italiano è venuto subito a trovarci in ospedale dopo l'aggressione – ha sottolineato Minguzzi -. Anche il ministro della Giustizia ci ha incontrato durante la sua visita in Turchia. Ci ha promesso che avrebbe parlato del caso con il suo omologo turco. Perfino l'ex presidente della Repubblica turco, Abdullah Gül, ha telefonato per porgerci le condoglianze.
Lo chef ha raccontato di voler dedicare un concerto al figlio 14enne e di aver chiesto alla moglie di suonare per la sua memoria il 23 aprile. "Con il sindaco di Istanbul vorremmo anche realizzare uno skatepark a suo nome – ha affermato – e stiamo lavorando a un progetto per intitolare a Mattia una strada o una piazza a Kadıköy, dove è avvenuta l'aggressione".
Secondo la madre del 14enne, i due adolescenti che lo hanno aggredito con un coltello erano sconosciuti. "Non c'era un vero motivo, Mattia si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Voleva comprare delle cose per lo skate. Gli avevamo dato la paghetta e il permesso di andare. Oggi non riusciamo nemmeno a trovare il coraggio di andare in quel posto e chiedere in giro. Il video dell'aggressione che circola in rete non lo abbiamo visto. Forse non lo faremo mai".
Il processo inizierà a breve. Gli arrestati hanno dichiarato di avere 15-16 anni, ma secondo i familiari della vittima potrebbero essere anche più grandi. "Stiamo facendo le dovute verifiche con il nostro avvocato – spiegano -. Nessuno della loro famiglia si è fatto avanti per esprimere dispiacere. I loro figli sono delle bestie e ci hanno portato via Mattia".
"Non vogliamo vendetta. vogliamo giustizia. Mi auguro che quelle persone abbiano l'ergastolo anche se nessuna sentenza potrà restituirci nostro figlio. I due colpevoli avevano precedenti penali e non dovevano essere a piede libero".
Minguzzi e Akincilar hanno parlato anche con gli amici del 14enne, presenti al momento dell'aggressione. "Uno è un suo caro amico di infanzia ed è sconvolto, non riesce ancora a parlarne. L'altro ragazzo non lo conoscevamo bene. Si erano incontrati casualmente quel giorno. Mattia era un ragazzo straordinario con tanti interessi: parlava tante lingue e suonava la chitarra. Amava la musica come me e la cucina come suo padre. Avevamo accettato la donazione degli organi sperando che potesse aiutare qualcuno ma i medici hanno scoperto che erano rimasti danneggiati dall'aggressione. Non è stato possibile trapiantare nulla, nemmeno le cornee".
Per il 14enne si sono tenuti due funerali, uno musulmano a Istanbul e l'altro cattolico a Misano Monte, in Italia. "C'era una folla immensa – ricorda il papà -. Mattia ha lasciato un segno profondo in tutti ed è diventato un simbolo".