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Il figlio del presidente turco Erdogan indagato per riciclaggio a Bologna

La procura di Bologna ha aperto un’indagine per riciclaggio su Bilal Erdogan, figlio del presidente turco Recep Tayyp, in seguito all’esposto presentato alcuni mesi fa da un oppositore politico rifugiatosi in Francia.
A cura di Susanna Picone
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Bilal Erdogan, il figlio 35enne del leader turco Recep Tayyip, risulta indagato a Bologna per il reato di riciclaggio. L'iscrizione del registro degli indagati, secondo quanto ha appreso l’Ansa, in un fascicolo del Pm Manuela Cavallo, è avvenuta in conseguenza all'esposto presentato un paio di mesi fa da Murat Hakan Huzan, un imprenditore e oppositore politico di Erdogan, rifugiato in Francia. Nell'esposto si chiedeva di indagare su eventuali somme di denaro portate in Italia dal figlio del presidente turco, in ordine, appunto, a un eventuale reato di riciclaggio. Bilal Erdogan è arrivato in Emilia con tutta la famiglia lo scorso autunno per frequentare un dottorato alla Johns Hopkins University. Secondo alcune fonti antigovernative, però, il figlio di Erdogan sarebbe volato in Italia “con una grossa somma di denaro” nell’ambito di un presunto “progetto di fuga”. Le accuse vengono citate nell’esposto dell’imprenditore. Murat Hakan Huzan si ritiene vittima con la propria famiglia di un accanimento politico e giudiziario da parte del primo ministro turco.

A dicembre sul muro dell'università erano apparse scritte come “Erdogan terrorista” – Nell’esposto si parla poi anche di un’altra vicenda: Bilal Erdogan sarebbe arrivato a Bologna con un folto contingente armato di guardie del corpo, cui non sarebbe stato consentito l’ingresso in Italia da parte delle autorità; in poche ore sarebbero quindi stati loro conferiti passaporti diplomatici turchi. Lo scorso dicembre, qualche giorno dopo la notizia dell’esposto, sul muro della Johns Hopkins di Bologna e su altri palazzi della zona universitaria erano apparse delle frasi offensive come “Erdogan terrorista”. Su quelle scritte, da quanto si apprende, Erdogan avrebbe presentato una querela per diffamazione. A difendere il figlio del leader turco è l’avvocato di Bologna Giovanni Trombini.

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