Il dramma dei 39 migranti morti nel tir: “Volevano fuggire, ci sono impronte di mani insanguinate”
Hanno provato a scappare e a chiedere aiuto i 39 migranti, per la maggior parte di origine cinese e vietnamita, morti nella cella frigorifero di un tir nel Regno Unito. È questo uno degli ultimi dettagli diffusi dalla polizia inglese, che ha raccontato di aver trovato delle impronte di mani insanguinate vicino la maniglia della porta del container dove sono stati scoperti i cadaveri mercoledì nella zona industriale di Grays, una città a est di Londra. Alcune fonti hanno poi confermato che i migranti, sei dei quali identificati e provenienti dal distretto di Can Loc nel nord del Vietnam, erano completamente nudi o avevano un abbigliamento minimo al momento del loro rinvenimento. Alcuni pare avessero anche della schiuma che usciva dalla loro bocca. Intanto, proseguono le indagini degli inquirenti per ricostruire la vicenda. Stando a quanto riporta il Mirror, sono quattro al momento le persone arrestate, oltre all'autista del mezzo, un 25enne originario dell'Irlanda del Nord. Tra di loro anche una coppia di Warrington, nel Cheshire, Joanna e Thomas Maher, entrambi 38enni. Le accuse a loro carico sono di omicidio colposo e tratta di esseri umani.
Proseguono anche le operazioni di identificazione dei 39 migranti che hanno perso la vita nel tir. Tra di loro la 26enne vietnamita Pam Thi Tra My, che poco prima del suo decesso ha inviato ai suoi genitori un disperato messaggio: "Sono veramente molto, molto dispiaciuta, mamma e papà, il mio viaggio verso una terra straniera è fallito. Sto morendo. Non riesco a respirare. Vi amo tanto. Mi dispiace". La madre della ragazza ha raccontato alla BBC che la figlia aveva pagato circa 30mila sterline per arrivare nel Regno Unito nella speranza di un futuro migliore. "Era partita dal Vietnam il 3 ottobre, prima volando in Cina, dove è rimasta un paio di giorni, quindi da lì fino alla Francia. Ci ha chiamati ogni volta che ha raggiunto una nuova destinazione. Ha compiuto il primo tentativo di attraversare la Manica il 19 ottobre, non sappiamo da quale porto, ma è stata scoperta e rimandata indietro. Ci ha detto di non chiamarla, perché i trafficanti non le permettevano di ricevere telefonate", ha raccontato ancora il fratello. Si attende di conoscere anche i risultati delle autopsie sui cadaveri. Non è infatti ancora chiaro cosa ne abbia provocato il decesso: se siano soffocati per mancanza d'aria o, secondo un'altra possibile versione, se siano morti congelati, dal momento che nel container la temperatura poteva scendere fino a 25 gradi sotto lo zero.